Toni, la solitudine di una madre con cinque figli

Non ha una vita facile Antonia,
detta Toni (Camille Cottin), e dunque come indica il titolo ha
tutto il diritto di dire a se stessa Ricomincio da me, film di
Nathan Ambriosoni da domani al cinema con Wanted.
    E i motivi per cambiare Toni ne ha tanti, intanto ha quarantatré
anni e cinque figli da crescere quasi tutti nell’età più
difficile, ovvero la piena adolescenza. Certo la sera canta in
un locale, ma questo non le basta a stare bene se si pensa che
vent’anni prima aveva registrato un disco con notevole successo.
    Vediamo subito una Toni in gran difficoltà nel suo Van pieno di
ragazzi e confusione dopo aver assistito al saggio di danza
della figlia maggiore. Il suo problema è appunto quello di dover
gestire i suoi doveri di madre che si deve confrontare con
cinque personalità diverse in continua evoluzione-involuzione e
allo stesso tempo non dimenticare se stessa e le sue esigenze di
vita.
    Ma il suo vero sogno oggi è un altro. Non è quello di trovare
compagnia, un nuovo amore, ma piuttosto ora che i suoi ragazzi
diventano grandi Toni ha una grande voglia di iscriversi
all’università proprio come stanno per fare i suoi figli
maggiori.
    Divisa tra maternità, solitudine e voglia di sentirsi libera, si
muoverà tra queste cose contrapposte con la grazia e la
disinvoltura di quella straordinaria attrice che è Camille
Cottin diventata famosa per Andréa, la cinica agente di Chiami
il mio agente!, per poi passare a ruoli internazionali in a
Killing Eve e House of Gucci (era Paola Franchi).
    “Ho molto amato il modo in cui il film racconta la solitudine
di Toni – dice Camille Cottin -. E questo all’interno di una
famiglia molto numerosa e chiassosa. È la solitudine di ogni
genitore di fronte ai dubbi e alle responsabilità legate a dei
figli che stanno diventando adulti e che ormai la vedono in modo
diverso”.
    “Volevo indagare la mezza età. E’ una fase molto particolare in
cui si mette tutto in discussione – ha detto il talentoso
regista francese di soli ventiquattr’anni -. In questo
particolare caso, lo stato di madre single quasi sempre a casa
costituisce una specifica condizione sociale”.
   

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