sabato, 30 Novembre 2024
In La Petite un dolce e maliconico Luchini
Quanto pesa la bravura di un attore
sulla qualità di un film? Una domanda che vale ancora di più per
La Petite – in sala dal 18 gennaio distribuito da Movies
Inspired e Circuito Cinema – dove la recitazione sobria e ricca
di Fabrice Luchini è l’anima di questo dramedy in cui convivono
dolcezza, grazia e malinconia. Diretto e sceneggiato da
Guillaume Nicloux – regista e attore francese, conosciuto per
aver diretto l’horror L’eletto (2006), La religiosa (2013) e
L’enlèvement de Michel Houellebecq (2014) – La petite mette in
campo una storia semplice che racconta l’ostinazione di un uomo
non più giovane alle prese con la voglia di continuare ad amare
e soprattutto non dimenticare un figlio che non c’è più.
Protagonista Joseph Siprein (Luchini), un raffinato ebanista
esperto in mobili antichi alle prese appunto con la morte di suo
figlio Emmanuel e del suo compagno in un incidente aereo.
La coppia, scoprirà Joseph, aspettava però un bambino tramite
una madre surrogata, Rita Vandewaele (Mara Taquin) che vive in
Belgio. Joseph ha tanta voglia di questo bambino, sarà in
realtà una nipotina, un modo questo anche per prolungare
l’esistenza di suo figlio Emmanuel. Il sessantenne partirà così
alla volta del Belgio per incontrare la giovane ragazza
fiamminga che si rivelerà forte, folle e indomabile, ma anche
piena di cuore. Tra Joseph e Rita inizierà infatti un tenera
battaglia per quello che sarà il futuro di questa bambina dove
l’uno e l’altra scopriranno una reciproca straordinaria umanità.
Il film, che ha nel cast anche Maud Wyler che presta il volto ad
Aude Siprien, figlia di Joseph, e Juliette Metten (Ava
Vandewaele) madre di Rita, ha le musiche originali di Ludovico
Einaudi.
“L’idea mi è venuta due o tre anni dopo la morte di mio padre –
dice il regista – . Facendo un viaggio negli Stati Uniti, in
Nevada, ho soggiornato due o tre giorni nella Valle della Morte
e, visitando un canyon, mi è sembrato di vedere davvero mio
padre. Questa immagine è stata il motore di questo film”.
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