Garrone, con ‘Io capitano’ ho voluto umanizzare dei numeri

Refugees in Libya e Alliance with
Refugees in Lybia lanciano da Bologna la campagna di
mobilitazione transnazionale ‘Evacuate i difensori dei diritti
umani dalla Libia’, che propone strategie per garantire la
protezione e l’evacuazione di rifugiati e richiedenti asilo
dalla Libia. Una due giorni, oggi e domani, che si terrà presso il Municipio
Sociale di Làbas, a partire da una Assemblea pubblica questo
pomeriggio con ricercatori e giornalisti investigativi, e poi
workshops e dibattiti sul tema della libertà di movimento
nell’area del Mediterraneo e sulla creazione di una rete di
sostegno alle lotte delle persone in movimento in Libia. A
sostegno della campagna anche il regista neocandidato all’Oscar
con il film ‘Io Capitano’ Matteo Garrone, che ha partecipato
alla presentazione in videocollegamento. “Ho fatto un film – ha detto Garrone – che cerca di far vedere
al mondo cosa succede durante questo viaggio, dal punto di vista
dei protagonisti. Appoggio questa iniziativa e penso che questo
film aiuterà i tanti ‘Io Capitano’ che stanno in carcere a far
capire che c’è un sistema ingiusto che va combattuto”.
    Il regista ha poi sottolineato di non essere partito “per fare
un film a tesi o con uno scopo ben definito. Siamo partiti per
dare una forma visiva a un viaggio che non si conosce, siamo
partiti per umanizzare dei numeri. Sono consapevole che il mio
film ha una valenza politica, ma è anche un grande racconto
d’avventura, una fiaba omerica, un film accessibile a un
pubblico che non andrebbe mai a veder questo film, sono contento
infatti che sia stato visto nelle scuole”. Garrone ha inoltre sottolineato che il film è uscito “in 20
paesi in Africa. Non credo che il film faccia cambiare idea,
molti partiranno lo stesso, ma saranno consapevoli dei rischi ai
quali vanno incontro. In aprile andremo a portare il cinema nei
villaggi più poveri da dove partono questi ragazzi”. Oltre alle
torture e ai massacri in Libia, ha concluso, “c’è poi il
paradosso che gli eroi che salvano le persone vengono messi in
carcere come i trafficanti di esseri umani. Ma questo film non
nasce contro un governo piuttosto che un altro”.
   

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