Venezia: Servillo-Orlando, sfida tra le sbarre

(ANSA) – ROMA, 05 SET – Un piccolo grande film che avrebbe
meritato il concorso al Festival di Venezia questo ARIAFERMA di
Leonardo Di Costanzo perché al tema forte delle carceri, unisce
un duetto attoriale, fatto più di silenzi che di parole, di
grandissimo livello. A misurarsi, sono un Toni Servillo,
felicemente contenuto dal regista, e un inedito Silvio Orlando
credibile come villain, ovvero galeotto senza muscoli, ma di
rispetto.
    Ci troviamo in un vecchio carcere ottocentesco, una piccola
struttura fatiscente dove, per problemi burocratici, i
trasferimenti si bloccano e così una dozzina di detenuti si
ritrova in attesa di nuove destinazioni. E tutto questo con
pochi agenti a fare la guardia. Al centro di questa piccola
rivoluzione i due leader dell’una e dell’altra parte: Gaetano
Gargiulo (Servillo), un capo delle guardie apparentemente tutto
di un pezzo, e Carmine Lagioia (Orlando). Che la diga tra di
loro, entrambi uomini di silenzio, si stia lentamente sfaldando
arriva prima con una cucina da condividere e poi quando un
guasto elettrico mette tutto il carcere al buio. Li si faranno
in breve tempo delle scelte e ci saranno i primi segni di una
vera convivenza.
    Questa la storia di ARIAFERMA, passato oggi ‘fuori concorso’ al
Lido (ma per molti tra i più bei lavori di questa 78/a edizione
della Mostra) e in sala dal 14 ottobre con Vision Distribution.
    “Certo tra i due c’è imbarazzo in molte conversazioni e su certe
scene importanti abbiamo ragionato molto con il regista e Silvio
Orlando – spiega Servillo -. Tutto era delicato da fare, ma devo
dire che l’aver come introiettato la divisa e questo mi ha
aiutiato a rappresentare certe rigidità. In questi casi basta
anche solo un gesto per far traballare tutto”.
    Dice invece Orlando :”Bisogna rischiare nel nostro lavoro e
bisogna affrontarlo. Se ad esempio avessi dovuto considerare la
mia attitudine bonaria mi sarei tirato indietro da questo
ruolo”.
    Servillo fa poi notare come l’Italia ha il primato delle galere
più affollate d’Europa, mentre Orlando sostiene che il
cosiddetto ‘film civile’ è qualcosa che andrebbe più praticato.
    (ANSA).
   

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