Venezia: Tim Roth, violenza e libertà a Acapulco

(dell’inviata Alessandra Magliaro) (ANSA) – VENEZIA, 05 SET – Dopo il Leone d’argento con il
thriller distopico Nuevo Orden, conquistato lo scorso anno a
Venezia 77, il messicano Michel Franco è tornato a Venezia con
il suo nuovo film Sundown, in gara per il Leone d’oro, girato a
tempo di record. Un dramma più intimo e personale, evidentemente
urgente, in cui dirige Tim Roth, amico di vecchia data da quando
10 anni fa quest’ultimo da presidente di giuria a Un Certain
Regard sostenne After Lucia facendogli vincere il primo premio,
diventando poi anche produttore dei suoi film.
    In Sundown, Tim Roth – è tra gli attori più versatili del cinema
capace di alternare Tarantino e Wender – interpreta un uomo
ricco londinese in piena crisi esistenziale durante una vacanza
con la sua famiglia ad Acapulco (interpretata da Charlotte
Gainsbourg, Albertine Kotting McMillan e Samuel Bottomley). La
notizia dall’Inghilterra di una persona in gravi condizioni di
salute spezzerà la magia assolata del mare messicano e dividerà
il gruppo per sempre. Tim Roth, Neil, resterà ad Acapulco con
uno stratagemma, mentre gli altri partiranno: da quel momento
per lui comincia un’altra vita ma, senza rivelare i tanti colpi
di scena, non sarà una passeggiata.
    In questa storia due sono i veri protagonisti: Acapulco e la
violenza, sottintesa, quotidiana, pronta ad esplodere. “Non
dovrebbe essere essere accettata come normalità e invece di
fatto nel mio paese lo è”, spiega Michel Franco la cui fonte,
parziale, di ispirazione è stata lui stesso vittima di un
tentativo violento di rapina da due banditi travestiti da
poliziotti.
    42 anni, nativo di Città del Messico, Franco, racconta di aver
vissuto “una crisi personale alla boa dei 40 anni, è stato il
momento delle grandi domande e altrettanto grandi paure”‘. Tutte
riversate sul personaggio di Tim Roth che infatti aggiunge “mi è
rimasto nel cuore così come il paesaggio. Ho adorato il modo in
cui abbiamo filmato tutto”. Michel Franco ha scelto di
realizzare il film tra la gente “per restituire quest’atmosfera
di violenza palpabile e feroce che è nella quotidianità delle
persone”. (ANSA).
   

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