lunedì, 25 Novembre 2024
Eutanasia, aborto… l’Occidente diviso davanti ai concetti di vita e di morte
Mentre l’America è distratta dalla disastrosa evacuazione, ormai completata, in Afghanistan, c’è chi paventa, per le donne del Texas, il medesimo destino delle loro sorelle afghane soggiogate dall’oscurantismo talebano: “abbiamo bisogno di evacuare donne e ragazze dal Texas. I talebani repubblicani stanno imponendo il loro estremismo religioso“, è uno dei messaggi che stanno invadendo Twitter e i principali social media, con una protesta che sta esplodendo a livello planetario.
Ma cosa è successo? E’ successo che uno dei più grandi e popolosi Stati degli USA, l’ultra-conservatore Texas, ha varato una legge (Senate Bill 8) marcatamente antiabortista, che proibisce l’interruzione di gravidanza già dalla sesta settimana, quando molte donne non sanno neanche di essere incinta, e anche in caso di stupro e incesto, con pochissime eccezioni.
Ma non solo: il Senate Bill 8 è stato congegnato apposta per renderlo inattaccabile perché legittima i privati cittadini a intentare azioni legali contro chiunque abbia partecipato alla catena abortiva, dal medico all’infermiera o anche a chi abbia soltanto accompagnato la donna presso una struttura.
Di più: la legge assegna persino un premio se la causa ha successo, quantificato in diecimila dollari.
L’effetto dirompente di questa legge è stato tale da destare lo stesso Presidente Biden che si è scagliato contro il Texas accusandolo di aver violato palesemente il diritto costituzionale stabilito dalla sentenza Roe v Wade del 1973 (quella che ha – di fatto – legalizzato l’aborto), assicurando che la sua amministrazione “proteggerà e difenderà il diritto” all’aborto contro questa “legge radicale“.
Dichiarazioni estemporanee per un presidente in calo di popolarità e al cospetto di ben altre emergenze nello scacchiere internazionale, confuso al punto da ignorare il fatto che gli oppositori alla legge avevano già fatto ricorso alla Corte Suprema che, però, non si è pronunciata.
Ciò che gli analisti politici evidenziano è che questa legge sia stata assunta come cavallo di Troia dalle amministrazioni repubblicane più oltranziste per scardinare il sistema valoriale laico e progressista espresso dai democratici, tant’è che è in discussione in altri dodici Stati, Mississipi in primis, dove pare sia imminente l’approvazione.
E’ chiaro ed evidente che quella dell’aborto rappresenti una questione rimessa alla coscienza individuale e ai principi etico-religiosi che ne formano il substrato: chi, cristianamente, ritiene l’aborto una forma di affronto al disegno divino e alla sacralità della vita non potrà che riconoscere nella legge texana una rivincita della luce nel buio del laicismo secolarizzante.
D’altra parte esiste anche una ratio nel Senate Bill 8 texano che fa coincidere il limite della sesta settimana – dopo la quale l’aborto è proibito e severamente punito – con il battito del cuore del feto: come potrebbe disconoscersi la qualità di essere vivente ad una creatura cui batte il cuore?
Chi, dall’altra parte, privilegia l’ottica della donna e della sua libertà di scelta, se procreare o meno, concependo la gravidanza come una condizione reversibile, si scaglierà contro questa legge con lo stesso fervore con cui ha stigmatizzato le iniziative di Ungheria e Polonia in tema di diritti di genere, accusando queste nazioni di omofobia.
Di certo credo che il dibattito non potrà che rimanere confinato in America visto che le costituzioni europee, profondamente laiche, rafforzate dalle norme comunitarie, non tollererebbero nel nostro continente alcun passo indietro rispetto alle leggi già vigenti che, semmai, potranno essere implementate.
E’ un paradosso che la culla della cristianità sia diventata l’avamposto di un’etica progressista in cui non vi è spazio nemmeno per un dibattito sul concetto di vita e sulla correttezza di certe storture delle leggi abortiste.
Ma tant’è, in un mondo – quello occidentale – che più che curarsi della vita si preoccupa della morte, come evidente anche nelle pressioni per approvare anche in Italia la legge sull’eutanasia, quello del Texas appare uno scenario lontano, quasi fantascientifico, da vivere con lo stesso distacco di chi si rechi al cinema a vedere un film su battaglie intergalattiche e poi, uscito dalla sala, ritorni a un mondo reale completamente diverso.