Venezia: Riondino, io papà fantasma per necessità

(ANSA) – ROMA, 06 SET – Fingersi fantasmi per terrorizzare i
nuovi affittuari della casa da cui sono stati sfrattati, in modo
da restare come inquilini invisibili, nascosti strategicamente
nel sottotetto. E’ la creativa soluzione abitativa di un padre
vedovo, Valerio (Michele Riondino), che non si è ripreso dal
lutto, e del figlio di sette anni, Carlo (Orlando Forte),
convinto di essere nel mezzo di un gioco da vincere
(“l’ispirazione viene da La vita è bella” dice il regista) al
centro di I nostri fantasmi, la dramedy di Alessandro Capitani
che debutta alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia,
nelle Giornate degli Autori /Notti Veneziane, per arrivare poi
in sala dal 30 settembre con Fenix Entertainment e Europictures.
    “Non vedevo l’ora di interpretare un padre per utilizzare la
mia esperienza di papà di due bambine – spiega Riondino-. Per me
era importante lavorare sulla difficoltà di essere genitore, sui
dubbi che a volte si provano”. Il film tratta anche un altro
tema sociale importante come la violenza domestica. Ad averla
subita è Myriam (Hadas Yaron), moglie in fuga dal marito (Paolo
Pierobon) con la figlia di un anno e mezzo, Emma. La donna
affitta l’appartamento conteso, creando un rapporto sempre più
profondo con i due finti fantasmi. “Il mio personaggio e quello di Orlando sono un padre e un
figlio che vivono una condizione di povertà inaspettata, sono
diventati ‘invisibili’ ma sono costretti a mostrarsi per
occupare la propria casa – aggiunge Riondino -. Finiscono così
per invadere il territorio di un’altra solitudine e c’è un gioco
di specchi, ognuno si mostra all’altro per riconoscersi”. Myriam “trova in sua figlia la forza per reagire alla violenza che ha
subito – spiega Hadas Yaron -. Sa che se non abbandona il marito
mette anche la sua bimba in pericolo. Deve riuscire a essere
forte per proteggerla”. Capitani voleva raccontare l’importanza
di avere nella vita “una seconda possibilità per uscire da un
periodo di difficoltà che può capitare a tutti”. L’ispirazione
per il tono del film viene dalla “commedia all’italiana. Film
perfetti nella loro commistione fra generi e nella capacità di
far riflettere”. (ANSA).
   

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