Una risata ci seppellirà: Competencia oficial – La recensione da Venezia

Dopo Il cittadino illustre, presentato a Venezia nel 2016, la coppia di registi Mariano Cohn e Gastón Duprat torna con una nuova commedia, ancora una volta in concorso al Lido. Competencia oficial è la storia di un imprenditore che, preso da una crisi di tarda età, decide di produrre un film (o, in alternativa, costruire un ponte) per rendere il proprio nome immortale. Non sapendo nulla di cinema, si affida alla regista Lola Cuevas (Penélope Cruz), apprezzata a livello internazionale, per adattare un testo di cui ha acquistato i diritti. Cuevas a sua volta ingaggia due attori di spicco, Iván Torres (Oscar Martínez, premiato con la Coppa Volpi per Il cittadino illustre) e Félix Rivero (Antonio Banderas), nei panni dei due fratelli rivali protagonisti.

Due professionisti agli antipodi: il primo è un attore di stampo teatrale, di grande cultura ma anche con una discreta puzza sotto il naso. Il secondo è invece una star che non disdegna il cinema più commerciale. Il primo è un attore di metodo, che studia approfonditamente i suoi personaggi per capirli e immedesimarsi nei ruoli. Il secondo arriva, “legge le sue battute con autorità”, stacca l’assegno e si gode la vita. È chiaro che tra i due c’è da subito tensione, e Lola Cuevas vorrebbe proprio sfruttare questa. Ma presto le cose sfuggono di mano e i comportamenti infantili si fanno preoccupanti e infine pericolosi.

Competencia oficial prende di mira il mondo del cinema, ma non solo. A partire dall’imprenditore e produttore (José Luis Gómez), il film si fa beffe sia di chi non ha cultura e vorrebbe atteggiarsi a mecenate, sia di chi di cultura ne ha (Torres) eppure la usa male, come piedistallo per giudicare le persone. Non ci sono personaggi positivi nel film, a parte forse la regista di Penélope Cruz, totalmente pazza e anarchica al punto da muoversi al di fuori di queste piccolezze ed essere l’unica figura empatica in un mondo di egoisti immaturi e gretti.

Naturalmente c’è spazio per le idiosincrasie e le manie degli attori, un cliché che funziona sempre e che anche qui è sfruttato piuttosto bene, anche grazie a due interpreti che si mettono in gioco prendendosi in giro. Si ride di gusto in più di un’occasione, tra i battibecchi delle due star e le sempre più folli trappole della regista, che vorrebbe domare l’ego degli attori con delle prove via via più surreali e gustose.

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Peccato che, oltre alla commedia, non ci sia altro in Competencia oficial. La satira sul cinema si ferma a pochi, basilari concetti, concentrandosi principalmente sugli attori, come detto. La satira sociale si limita alla figura dell’imprenditore, che non ci capisce niente di cinema ed è dunque in balia delle decisioni di Lola e dei suoi imprevedibili protagonisti. Di positivo, oltre al fatto che, come abbiamo detto, si ride, c’è una svolta abbastanza cupa che sterza verso uno humour nero quasi catartico.

Ci sono modi ben peggiori di passare due ore al cinema e le gag sono una ragione sufficiente per affrontare Competencia oficial. Ma non aspettatevi chissà quali discorsi originali sulla settima arte: qui c’è posto solo per un’escalation di assurdità che sfocia in un finale cattivo e divertente. Se questo vi basta, è il film per voi.

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