A El Salvador bitcoin ha corso legale insieme al dollaro

(ANSA) – ROMA, 07 SET – El Salvador è da oggi l’unico Paese
al mondo in cui il bitcoin ha corso legale insieme alla moneta
nazionale, il dollaro. Il progetto di introduzione della
criptovaluta negli scambi commerciali salvadoregni è stato
annunciato all’inizio di giugno dal presidente Nayib Bukele, e
subito trasformato in legge dal Parlamento ampiamente
controllato dalle forze filogovernative. Gli operatori economici
e gli esercizi commerciali, secondo la legislazione approvata,
sono obbligati ad accettare la criptovaluta e tutti i prezzi di
prodotti e servizi devono essere espressi sia in dollari sia in
bitcoin. Tuttavia stipendi e pensioni, hanno precisato fonti
governative, continueranno ad essere pagati in dollari, mentre
il cittadino, ha indicato Bukele in una dichiarazione dal
contenuto ambiguo riguardante il bitcoin, “può accettarlo, ma
non riceverlo”. Lo stesso capo dello Stato, molto attivo in
queste ore sui social, ha sostenuto via Twitter che “come
avviene per ogni innovazione, il processo del #Bitcoin in El
Salvador ha una curva di apprendimento. Qualsiasi cammino verso
il futuro è così, e non si otterrà tutto in un giorno, o in un
mese”. Bukele ha inoltre reso noto che il governo dispone già di
400 bitcoin che, al cambio ufficiale di ieri contro dollaro
(51.923,8) ha comportato ieri un esborso di 20,7 milioni di
dollari. A partire da oggi i cittadini disporranno di una app
chiamata Chivo e, nel caso decidessero scaricarla sul loro
cellulare, riceveranno un regalo in bitcoin equivalente a 30
dollari. Il governo ha inoltre promesso che nel prossimo futuro
saranno installati 200 bancomat dedicati e 50 punti di
informazione pubblici. Il capo dello Stato gode nel Paese di una
grande popolarità che sta usando per far accettare alla
popolazione la sfida della criptovaluta, ma per il momento i
sondaggi non gli sono favorevoli. Secondo uno dell’Istituto
dell’opinione pubblica (Iop), il 66,7 % della popolazione
ritiene che la legge Bitcoin debba essere abrogata e il 65,2 % è
contrario al fatto che il governo utilizzi fondi pubblici per
finanziare la sua introduzione. (ANSA).
   

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