La rivincita degli studi con Universal e Searchlight

La rivincita degli studi sui
servizi in streaming: agli Oscar 2024 la vecchia Hollywood si è
ripresa la piazza. Con Universal, che ha tenuto a battesimo
Oppenheimer e The Holdovers, e con Searchlight, il braccio della
Disney dietro le Povere Creature! e lo short The Last Repair
Shop, due major tradizionali dai metodi vecchio stile hanno
collezionato un totale di 13 Oscar su complessive 23 categorie. Altra storia per gli streamer che da anni tentano di scalfire
la dominanza degli studi. Per Netflix, arrivato in finale con 16
nomination (un pot-pourri composto da Maestro, Nyad, American
Symphony, El Conde, May December, Nimona, Rustin e The Wonderful
Story of Henry Sugar), è stata una debacle con una sola
statuetta per il corto di Wes Anderson ispirato a un racconto di
Roald Dahl: il regista, impegnato su un set in Germania, non si
è peritato di venire a ritirare il premio.
    Ancora peggio è andata alla Apple che, dopo aver vinto Best
Film nel 2022 per Coda – I Segni del Cuore, aveva speso un
budget di 215 milioni di dollari dietro Killers of the Flower
Moon e altri 200 per Napoleon: il film di Martin Scorsese sugli
omicidi seriali in una comunità di nativi Osage, con dieci
chance di vittoria, non ne ha portata a casa nessuna, mentre il
kolossal di Ridley Scott sull’imperatore dei francesi aveva
possibilità in tre categorie tecniche ed è uscito a mani vuote.
   
   

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