Scamarcio, in Race for glory la genialità degli italiani

L’ultimo campionato di Rally vinto da
un’auto, con due ruote motrici e non quattro come la fortissima
avversaria Audi. E’ l’impresa compiuta dalla Lancia, guidata
dall’iconico team manager Cesare Fiorio (vincitore, tra Rally,
Formula 1, endurance e motonautica di una ventina di titoli
mondiali, qui con il volto di Riccardo Scamarcio) alla base di
Race for Glory: Audi vs. Lancia di Stefano Mordini. Il film,
prodotto da Lebowski con Rai Cinema, coprodotto da Davis Film in
associazione con Mas S.r.l,. ha debuttato a gennaio in uscita
limitata e sulle piattaforme negli Usa, e dal 14 marzo arriva
nelle sale italiane con Medusa.
    Nel cast anche Daniel Bruhl nel ruolo di Roland Gumpert,
direttore sportivo dell’Audi, Volker Bruch per il pilota di
punta della Lancia, Water Rohrl e Gianmaria Martini nella parte
del primo pilota dell’Audi Hannu Mikkola, insieme a Katie
Clarkson-Hill, Giorgio Montanini e tra i cameo anche Lapo Elkann
nei panni del nonno Gianni Agnelli.
    “Non ero un appassionato di rally… poi ho visto su internet
dei video del campionato del 1983 e ho notato un aspetto –
spiega Riccardo Scamarcio che del film è anche coproduttore e
cosceneggiatore -. Il confronto tra genialità, passione, un
briciolo di follia e l’astuzia di un uomo, Cesare Fiorio, che
riesce a mettere in crisi l’arroganza della tecnologia e del
denaro. Ho trovato fosse anche il riflesso di un modo di essere
degli italiani e che potesse rinfrescarci l’idea di chi siamo”.
    Il tutto qui è posto “all’interno di un racconto sportivo che
intrattiene il pubblico”, raccontando anche “la semplicità e
onestà di un mondo meccanico e analogico. Aggettivi che sono un
po’ in disuso nella società di oggi, sempre più tecnocratica, nella quale si mettono in scena sempre i supereroi… qui non
vola nessuno ma si elogia un mondo con una concezione diversa”.
   
   

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