Volker Schlöndorff, il suo film italiano su Vivaldi

Il regista tedesco Volker
Schlöndorff, che ha vinto la Palma d’Oro a Cannes e un Oscar per
il suo film drammatico del 1979 Il tamburo di latta, dirigerà un
film su come Antonio Vivaldi, il compositore italiano del XVIII
secolo delle Quattro Stagioni, formò quella che è nota per
essere la prima orchestra tutta femminile al mondo. Lo ha
annunciato Variety. La rappresentazione ancora senza titolo di Schlöndorff di
questo aspetto meno conosciuto della carriera di Vivaldi è
basata su un libro dello scrittore tedesco Peter Schneider, che
è stato adattato per il grande schermo dallo sceneggiatore
italiano Francesco Piccolo (“L’amica geniale”) insieme al
regista. Il piano è che le riprese inizino entro la fine
dell’anno; il film segnerà la prima incursione nel cinema in
lingua italiana di Schlöndorff, che la parla fluentemente. Sarà
girato interamente in Italia. Il casting è ancora in fase di
definizione e le vendite dovrebbero iniziare al mercato di
Cannes a maggio. Il nuovo progetto di Schlöndorff è prodotto dalla produttrice
italiana nominata all’Oscar Donatella Palermo, che ha prodotto
due vincitori dell’Orso d’Oro di Berlino – “Cesare deve morire”
dei fratelli Taviani e “Fuocoammare” di Gianfranco Rosi –
attraverso la sua Stemal Entertainment con sede a Roma, in
coproduzione con le francesi Citè Films e F Comme Film e con la
tedesca Volks Film.
    Il film di Schlöndorff esplorerà il rapporto conflittuale di
Vivaldi con il clero, l’arte e l’erotismo. Nella sua
dichiarazione di regia, Schlöndorff ha sottolineato che il suo
film su Vivaldi non sarà un film biografico ambientato sullo
sfondo di “una Venezia piena di carnevali, feste barocche e
gondole”. Racconterà invece gli anni in cui Vivaldi insegna
musica alle ragazze orfane. “Con loro Vivaldi forma la prima
orchestra femminile al mondo, e nel film saranno tutte vere
musiciste e cantanti”, ha detto. “Che rapporto ha il ‘prete
rosso’ con i suoi musicisti?” Si chiede la dichiarazione di
Schlöndorff. “Nessuno lo saprà mai veramente. Quello che
sappiamo è che Vivaldi si è sempre spinto oltre i propri limiti.
    Era ossessionato e irrefrenabile, nella musica e nella vita”.
   
   

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