Captain Volkonogov, tra Stalin e redenzione

(ANSA) – VENEZIA, 08 SET – Ancora violenza, torture e
politica in questa edizione della Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica di Venezia ormai al rush finale (si chiude
sabato). In CAPTAIN VOLKONOGOV ESCAPED dei coregisti e coniugi
Natasha Merkulova e Aleksey Chupov troviamo tutto questo in
salsa russa e con un animo esattamente diviso tra Gogol e
Dostoevskij. Siamo nel pieno dell’Unione Sovietica staliniana, ovvero nel
1938, quando bastava un sospetto per scomparire dentro una fossa
comune. Qui il capitano del servizio di sicurezza nazionale,
Fedor Volkonogov (Yuriy Borisov, più che un attore una
maschera), fa più che bene il suo lavoro di persecutore di
possibili dissidenti. Atletico, inossidabile, apprezzato dal suo
comandante e dai suoi colleghi, sembra essere quasi un supereroe
con la sua singolare divisa, una tuta con pantaloni rosso
fiamma. Ma a un certo punto della sua vita, entra con forza in
Fedor l’anima russa nella sua quintessenza: ovvero si trova a
fare i conti con colpa e redenzione. Dopo essere stato accusato
di un crimine che lo mette in fuga, si ritrova non solo
inseguito dai suoi stessi ex colleghi, ma deve fare i conti
anche con un avvertimento che viene direttamente dall’aldilà.
    Questo il messaggio: “sebbene tu sia destinato all’inferno e a
tormenti eterni, hai ancora una possibilità di cambiare il tuo
destino ed essere accettato in paradiso, a patto che ti penta e
almeno una persona ti conceda un perdono sincero”. Fedor parte così allora alla ricerca della sua assoluzione,
senza però avere alcuna idea delle prove che dovrà affrontare in
un simile percorso. (ANSA).
   

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