venerdì, 22 Novembre 2024
Quattro libri di poesia imperdibili
Buona domenica cari lettori! Oggi parliamo di quattro titoli letterari di poesia, partendo con “Rebus Banksy” il nuovo libro di Andrea Del Monte, un’opera che non si ferma alla classica funzione di libro, ma vuole celebrare soprattutto l’arte e la musica.
Passiamo ad “Acqua viva” di Clarice Lispector, un meraviglioso approfondimento sul flusso di coscienza dell’essere umano, che evoca immagini nitide e abbaglianti riuscendo a sorprendere il lettore ad ogni riga, creando una vera opera d’arte che racchiude il male e la morte, l’incomunicabilità fra amanti e tanto altro.
Dopodiché tocca a “La nuvola in calzoni” di Vladimir Majakowskij, un libro in cui l’autore vuole trasmettere la carica dirompente di una visione nuova o rinnovata della realtà, dei sentimenti, dell’idea stessa della poesia e della scrittura.
Infine è il turno di “Urlo” di Allen Gisberg, un lavoro che ha richiesto la collaborazione di sei autori, riunitisi negli anni ’50 del 900, offrendo una ballata psichedelica, un grido di dolore e di protesta contro l’America.
Per qualsiasi dubbio e/o approfondimento in merito ai libri (o ai video che allego agli articoli dove posto le trame dei libri proposti) potete contattarmi a questo indirizzo mail: web@panorama.it
Qui sotto vi lascio le trame dei libri si cui parlo anche nel video.
Grazie e buona visione per un’imperdibile lettura!
Rebus Banksy
“Rebus Banksy” non è solo un libro dedicato al grande artista e writer britannico ma anche un libro di poesie, racconti e di musica. Andrea Del Monte dichiara: “Per me, l’identità di Banksy può restare un rebus. A me interessa la sua arte”. Ed è proprio questo l’obiettivo del libro disco: andare al di là del nome e approfondire, attraverso alcune delle massime forme d’arte, tutti i significati che le opere del writer possono offrire. Emozioni, sentimenti, riflessioni, note. Per la realizzazione di questo volume, Andrea Del Monte si è avvalso della collaborazione di Jacopo Colabattista, che ha ridisegnato dieci opere di Banksy, degli scrittori e poeti Vivian Lamarque, Antonio Veneziani Renzo Paris, Elisabetta Bucciarelli, Geraldina Colotti, Susanna Schimperna, Giorgio Ghiotti, Gino Scartaghiande, Fernando Acitelli, Antonio Pennacchi, Antonio Rezza e Flavia Mastrella, Angelo Mastrandrea, Alessandro Moscè, Claudio Finelli, Marcello Loprencipe, Diego Zandel e Helena Velena e Ugo Magnanti. Grazie al QR Code inserito nel colophon del libro, è inoltre possibile ascoltare le 10 canzoni che l’autore ha prodotto in collaborazione con artisti di fama mondiale quali: John Jackson (storico chitarrista di Bob Dylan), Fernando Saunders (produttore e bassista di Lou Reed) ed Ezio Bonicelli (violinista e chitarrista di Giovanni L. Ferretti e dei CCCP).
Acqua viva
«Da un mistero è venuta, verso un altro è partita. / Restiamo ignari dell’essenza del mistero» scrive Drummond de Andrade di Clarice Lispector. Ed è proprio in un misterioso universo personale – un universo labirintico e lacerato – che il lettore viene come risucchiato dalla voce, visceralmente femminile, che in queste pagine tenta di dire l’indicibile, di entrare in contatto «con l’invisibile nucleo della realtà». Attraverso uno sregolato, impetuoso flusso di coscienza la Lispector ci fa percepire, in modo quasi fisico, impressioni e visioni di travolgente intensità, usando una lingua che sembra inventare continuamente se stessa, il cui fascino risiede nella sua stranezza e le cui ferite sono il suo punto di forza. Testo estremo di un’artista estrema, “Acqua viva” costituisce il raggiungimento della maturità della sua autrice: un assolo ammaliante, in cui tornano i temi ricorrenti in gran parte dell’opera della Lispector – la natura e i suoi sfaccettati simbolismi, lo specchio e la rifrazione obliqua, il male e la morte, l’incomunicabilità fra amanti – spinti all’incandescenza, senza che mai, ai suoi incantesimi, ci sia dato sottrarci.
La nuvola in calzoni
‘La nuvola in calzoni’ è il capolavoro della stagione “prerivoluzionaria” di Majakovskij, e uno dei testi più significativi del futurismo russo e della letteratura russa del Novecento. Composto tra il 1914 e il 1915 da un Majakovskij poco più che ventenne, il poemetto trabocca di una forza lirica tesa, appassionata, che vuole essere dissacrante, antiborghese, antifilistea, ed è soprattutto intensamente libertaria. Majakovskij vuol portare dentro l’arte della parola la carica dirompente di una visione nuova o rinnovata della realtà, dei sentimenti, dell’idea stessa della poesia e della scrittura. E lo fa ricorrendo a un’incalzante sequela di immagini provocatorie, a un’orchestrazione sonora aspra e dissonante, a un’arditezza compositiva frutto di una maturità sbalorditivamente precoce. L’eroe lirico della ‘Nuvola’ cerca disperatamente l’amore di una donna, l’amore tra gli uomini della Terra, l’amore universale tra l’uomo e il cosmo. Sogna di vedere cancellata la sofferenza dei reietti e degli oppressi; esalta la ribellione, il tumulto popolare. Ma davanti a sé non trova che il rifiuto, la desolazione, il silenzio dell’universo (e di Dio). Cosi, nella colata lavica del poemetto confluiscono via via la passione amorosa, lo spirito di rivolta contro una società ingiusta e violenta, la polemica letteraria, l’ossessiva “lotta con Dio”, il doloroso vagheggiamento di una rivoluzione che il poeta sa utopica, perché incapace di riscattare l’uomo.
Urlo
“Ho visto le menti migliori della mia generazione distrutte da pazzia.” Con questi versi, letti da Ginsberg stesso il 13 ottobre 1955 alla Six Gallery di San Francisco, si apre “Urlo”, diventato presto un testo fondamentale della Beat Generation. Una ballata psichedelica, un grido di dolore e protesta contro l’America, feroce matrigna. Ma Urlo è anche colmo di tenerezza e umorismo: nei versi rapidi che incapsulano decine di esistenze e personaggi, nell’invito a non dimenticare ciò che è santo e vero nella vita. Insieme a Urlo, Kaddish, il bellissimo lamento funebre per Naomi, la madre morta in manicomio, in cui il dolore individuale si scioglie nella totalità dei dolori.