A Venezia Lovely boy, trap, eccessi e speranza

(ANSA) – ROMA, 10 SET – Un talento giovane, difficile da
gestire, una popolarità alle porte che esalta e spaventa ma
soprattutto la dipendenza sempre più profonda dalle droghe, che
finisce per distorcere il suo rapporto con la realtà. E’ il
percorso di vita che attraversa Lovely Boy, nome d’arte di
Niccolò, detto Nic (un bravissimo Andrea Carpenzano), ventenne ‘trapper’ con un’anima un po’ punk, tatuaggi sul viso e testi
provocatori, in Lovely Boy di Francesco Lettieri, film Sky
Original, prodotto da Indigo Film e Vision Distribution con il
sostegno di IDM Film Fund & Commission dell’Alto Adige che
chiude fuori concorso le Giornate degli Autori alla Mostra
Internazionale del Cinema di Venezia per poi debuttare dal 4
ottobre in prima TV assoluta su Sky Cinema e in streaming su
NOW. “Abbiamo scritto la storia prendendo molto della realtà dei
ragazzi, usando come fonte anche i profili social di vari
trapper. Poi ci siamo resi conto che il rischio per film era che
scimmiottasse il mondo reale, per cui siamo passati a creare un
mondo originale, dai tatuaggi alle canzoni” sottolinea
Lettieri, già affermato autore di videoclip per, fra gli altri,
Calcutta, Thegiornalisti, Noyz Narcos, Carl Brave x Franco 126,
qui al secondo film dopo Ultras. “Le situazioni nel film sono
davanti agli occhi di tutti” spiega Carpenzano, che per
prepararsi al ruolo si è basato “sull’osservazione, dal modo di
cantare a quello di parlare, tra ricordi vecchi e recenti”.
    Nella storia, il romano Nic, sempre più instabile, arriva
alla rottura con l’amico Borneo (Enrico Borello), altra metà nel
duo trap XXG, e distrugge il rapporto con la compagna Fabi
(Ludovica Martino). I genitori decidono di portarlo in una
comunità di recupero fra le Dolomiti, dove fra pazienti più
grandi lui, crea un forte legame con uno degli operatori, Daniele (Daniele Del Plavignano, che ha veramente lavorato in
una comunità). “Anche nella disperazione, il vuoto, il
nichilismo, la speranza sta nell’umanità e nell’amore” aggiunge
Lettieri. A Carpenzano interessava il film “anche perché era
difficile raccontare questo mondo, come lo era raccontare il
calcio ne Il campione… faccio il kamikaze in questo mestiere”.
    (ANSA).
   

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