Ritratto di Milena, nata in un corpo sbagliato

(ANSA) – ROMA, 14 SET – Un personaggio “con le ali tarpate,
che lei è capace di ricostruire, nonostante tutto”. Così
l’attrice Debora Bernardi descrive il ruolo di Milena,
transessuale di San Berillo, il quartiere catanese della
prostituzione, protagonista in Milena, la luna, mediometraggio
scritto e diretto da Giuseppe Lazzaro Danzuso, che ha adattato
per il grande schermo un suo testo teatrale. Il film con Aldo
Toscano, Alessandra Cacialli (che è nella vita madre di Debora
Bernardi), Dora Marchese, Marcello Motta, Giuseppe Privitera,
Aldo Seminara e Gianni Vinciguerra, debutta in anteprima al 14
settembre a Marzamemi (Siracusa) nell’ambito del Festival
Internazionale del Cinema di frontiera e il giorno dopo a
Catania, nel Palazzo della Cultura, per Corti in Cortile. “Ci sono momenti di gioia nella vita di Milena e di grande
dolore – aggiunge Debora Bernardi nel backstage del
mediometraggio autoprodotto e sostenuto da Accademia di Belle
Arti di Catania, Catania Film Commission, Cgil Catania e Musa,
azienda agricola di Bronte -. Tra i momenti felici c’è
l’incontro con il professore (Aldo Toscano), che per lei è
amante, padre e insegnante. Le indica la bellezza del mondo e le
spiega che attraverso le parole, la cultura, si può ottenere
tanto”. Il loro grande amore, pulito e sincero “è vissuto di
nascosto, all’ombra, in mezzo al degrado e a situazioni
pericolose, per paura che venga sporcato dall’idiozia e
dall’odio della gente” dice Toscano. Quando nel 2014 “scrissi
questa vicenda assolutamente inventata anche se si basa su
alcuni spunti reali, avevo in mente due temi principali –
sottolinea Danzuso -. Il diritto alla dignità umana e il fatto
che sono molto poche le persone a cui è concesso di vivere la
vita che vogliono, tutti gli altri vivono la vita che possono,
magari perché sono nati dalla sponda sbagliata del Mediterraneo,
in un corpo sbagliato o in una famiglia sbagliata”. “Milena la
luna rappresenta tutte le persone che vivono in un mondo
sommerso, ai margini della nostra vita – aggiunge Debora
Bernardi -. E’ un mondo sofferente ma pieno di amore ed
emozioni. Il testo restituisce dignità a queste persone”.
    (ANSA).
   

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