La ragazza con l’ago, una serial killer di bambini

(di Francesco Gallo) La ragazza con l’ago di Magnus von
Horn porta sulla Croisette una storia ispirata a quella della
serial killer danese Dagmar Overbye, anche detta ‘creatrice di
angeli’ che ha ucciso tra i nove e i venticinque bambini,
incluso uno dei suoi, durante un periodo di sette anni dal 1913
al 1920. La donna è stata poi condannata a morte nel 1921. Nel film in bianco e nero del regista e sceneggiatore
svedese, vincitore della Quinzaine des Réalisateurs a Cannes nel
2015, ci troviamo a Copenaghen: qui la giovane incinta Karoline
(Vic Carmen Sonne) assiste come infermiera una donna anziana e
carismatica di nome Dagmar (Trine Dyrholm). Quest’ultima
gestisce, all’ombra di un negozio di dolciumi, un’agenzia di
adozione clandestina di bambini che aiuta le madri indigenti a
collocare i loro neonati indesiderati in case adottive.
    Karoline si avvicina a Dagmar, ma si trova presto di fronte
ad una realtà da incubo in cui è entrata involontariamente:
l’anziana donna ucciderà ben quindici bambini, strangolandoli,
annegandoli o bruciandoli nel fuoco del camino.
    Nel film, con una splendida fotografia, seguiamo soprattutto
la vita davvero melodrammatica di Karoline. Una povera donna che
prima vive in una soffitta, poi incontra un uomo molto ricco che
si rivela un codardo e la mette incinta, e infine vede tornare
un marito creduto scomparso in guerra diventato un mostro senza
faccia.
    “Con questo film – ha detto Magnus Von Horn – volevo
esplorare la possibilità di essere buoni all’inferno”.
   

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