Hollywood, si teme un altro sciopero

“È un disastro. Tra i miei
amici c’è chi ha perso l’assicurazione medica, chi la casa. È
difficile restare sereni”. A parlare è Stefania Rosini,
fotografa di scena per produzioni Hbo, Amazon, Netflix, Disney.
    “Semplicemente non c’è lavoro. Noi italiani prendiamo film o
serie in Europa e cerchiamo di resistere così. Ma vivere qui con
la paga d’Oltreoceano è insostenibile”, dice questa 49enne della
provincia di Grosseto.
    Dopo gli scioperi che nel 2023 hanno bloccato le macchine da
presa da maggio a novembre, a Hollywood il lavoro non è tornato.
    Secondo lo U.S. bureau of labor statistics, ad aprile il livello
di occupazione sui set e negli studi di registrazione ha segnato
una contrazione del 20% rispetto a prima della pandemia.
    Lockdown e picchetti a parte, il tasso di occupazione nel
settore non era così basso da 30 anni. L’ente che concede i
permessi per girare nel comune e nella contea di Los Angeles,
FilmLa, ha calcolato che nel primo trimestre dell’anno le
riprese sono diminuite dell’8,7% rispetto al 2023. Solo quelle
di serie tv sono in flessione del 16,2%.
    “È peggio della pandemia: quattro anni fa, avevamo ancora dei
risparmi. Siamo entrati in questa crisi già troppo acciaccati”.
    Coxy, milanese, 45 anni di cui 12 in città come costumista per
gli Studios, racconta: “Il calo è cominciato prima dello
sciopero. Nessuna produzione se la sentiva di partire, sapendo
che da lì a poco tutto si sarebbe fermato. Io ho finito una
lunga lavorazione per Hulu a dicembre 2022. Al montaggio, si
sono accorti di aver bisogno di rigirare alcune scene, ma hanno
deciso di aspettare la risoluzione della vertenza. Pensavo di
esser chiamata al più tardi a gennaio di quest’anno…invece, ho
cominciato questa settimana! Nel frattempo, non ho trovato
niente. Spero solo che non scatti un altro sciopero. Sarebbe la
mazzata finale”.
    Uno dei fattori che tiene l’industria con il freno tirato è
l’eventualità che salti la contrattazione in corso tra i
produttori (Major tradizionali e streamers) e Iatse, la
confederazione che riunisce i sindacati delle maestranze di set
e post produzione. I contratti di 170.000 tra costumisti,
scenografi, cameraman, elettricisti, montatori, esperti di
effetti speciali o fornitori del catering scadono il 31 luglio.
   
   

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