Al Museo del Cinema di Torino un’area dedicata al videogioco

Apre al Museo Nazionale del Cinema
di Torino la Video Game Zone, tra le prime sezioni museali
permanenti dedicate al mondo del videogioco. A inaugurarla la
masterclass di David Cage, uno dei più importanti autori di
videogiochi e fondatore di Quantic Dream, che ha ricevuto la
Stella della Mole “per il fondamentale contributo e per il suo
approccio pioneristico allo sviluppo narrativo nell’intersezione
tra cinema e videogiochi”.
    “Nella mia carriera ho sempre sostenuto l’idea che i
videogiochi siano una forma di espressione creativa, come il
cinema o la letteratura. Da oltre 60 anni il Museo del Cinema di
Torino esplora l’impatto del cinema sulla società e l’apertura
di uno spazio permanente dedicato ai videogiochi è una pietra
miliare per i media interattivi. Sono onorato che siano esposti
i nostri giochi Heavy Rain e Detroit: Become Human” ha detto
Cage.
    Il percorso espositivo permette al visitatore di immergersi
nel mondo dei videogiochi grazie a una proiezione centrale che
propone un montato di film e serie tv che hanno citato,
omaggiato o si sono ispirate al videogioco e alla gaming
culture, dalle grandi produzioni hollywoodiane passando per il
cinema indie fino alle più recenti serie tv. Tra questi Tron di
Steven Lisberger, War Games – Giochi di Guerra di John Badham,
Kung-Fu Master di Agnès Varda, Super Mario Bros. di Annabel
Jankel e Rocky Morton, EXistenZ di David Cronenberg, Stranger
Things dei Fratelli Duffer, Ready Player One di Spielberg.
    “Abbiamo creato uno spazio unico, perfettamente inserito nel
percorso museale, che racconta il legame sempre più forte tra
videogioco e cinema. Inizia così un percorso di acquisizione di
opere, di studio e ricerca, il tutto volto alla realizzazione di
una mostra che vedrà la luce nei prossimi anni”, ha spiegato
Domenico De Gaetano, direttore del Museo e co-curatore
dell’allestimento. “L’introduzione dei videogiochi al Museo del
Cinema non solo è un passaggio formale nel riconoscimento come
forma d’arte a pieno titolo, ma vuole stimolare il dialogo tra
forme d’arte diverse ma complementari, mostrando le
intersezioni, le influenze reciproche e le potenzialità
espressive di questi due medium che hanno segnato il XX e XXI
secolo”, ha sottolineato Fabio Viola, co-curatore
dell’allestimento.
   

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