venerdì, 31 Gennaio 2025
Per Baldwin da martedì il giorno del giudizio
Tra nuove cattive notizie sul
futuro del suo film Rust, per Alec Baldwin si avvicina il giorno
del giudizio: dopo 40 anni di carriera sulle montagne russe tra
disavventure da cui si era sempre rialzato in piedi, stavolta
per il Jack Ryan di Caccia a Ottobre Rosso potrebbe essere
arrivato il capolinea. Martedì 9 luglio a Santa Fe comincia il
processo per la morte di Halyna Hutchins, direttrice della
cinematografia del western low cost, di cui l’attore è stato
protagonista e produttore. Il reato è omicidio colposo non
intenzionale: la pena potenziale, 18 mesi dietro le sbarre come
toccato a Hannah Gutierrez Reed, la 24enne armiera della
produzione.
È la seconda incriminazione per Baldwin. La prima si era
sgretolata l’anno scorso dopo il ritiro della procuratrice Mary
McCormack-Altwies, che inizialmente aveva istruito il caso, e
della collega Andrea Reed, entrambe per incompatibilità con
cariche statali. Il sospiro di sollievo per Baldwin era durato
poco: la contestazione dello stesso reato, dopo che nuovi esami
tecnici avevano evidenziato contraddizioni con la tesi
dell’attore di non aver premuto sul grilletto della pistola, lo
avevano rimesso in pasto alla giustizia. Il processo penale
dovrebbe durare due settimane e chiudersi con un verdetto
unanime da parte della giuria.
L’obiettivo della magistratura è di dimostrare il caos sul
set di Rust, con Baldwin che, nella duplice veste di produttore
e attore, “non controllava le emozioni” e faceva fretta alla
troupe per chiudere il prima possibile con le riprese. A sua
volta Baldwin ha più volte e senza successo chiesto il non luogo
a procedere, da ultimo protestando perché la pistola da cui è
partito il colpo è stata distrutta dall’Fbi durante i test
forensi: impossibile dunque accertare, secondo i suoi avvocati,
chi ha ragione nella ricostruzione dei fatti.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA