lunedì, 25 Novembre 2024
Scimeca, racconto Terranova primo eroe antimafia
“Cesare Terranova non è stato un
giudice qualsiasi – spiega il regista Pasquale Scimeca -, ma un
modello a cui si sono ispirati Gaetano Costa, Rocco Chinnici,
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Il primo che ha avuto il
coraggio di indagare sulla sanguinaria cosca dei Corleonesi. Il
primo ad aver capito che la mafia era un’organizzazione
criminale unitaria che agiva di concerto con elementi della
politica, della massoneria, dell’amministrazione pubblica e
dell’economia”. Così al Taormina Film Festival il regista
sintetizza Il Giudice e il Boss passato oggi alla manifestazione
e in sala dal il 25 settembre con Arbash Distribuzione.
Il film racconta appunto la storia del giudice Cesare
Terranova (un credibilissimo Gaetano Bruno) e del maresciallo di
polizia Lenin Mancuso (Peppino Mazzotta) che indagando sulla
mafia dei corleonesi scoprono quanto questa malavita abbia
radici nel mondo politico. I due ingaggiano una lotta epica
contro il male, impersonato dal boss Luciano Liggio (Claudio
Castrogiovanni) e dagli uomini corrotti delle Istituzioni,
culminata con il processo che, per legittima suspicione, si
tenne a Bari nell’estate del 1969 e che vide dietro le sbarre i
boss e i picciotti della spietata mafia dei Corleonesi.
Un processo che non si concluse però con la condanna di Luciano
Liggio, Totò Riina, Binno Provenzano e gli altri sessantadue
picciotti del clan dei Corleonesi. Le cose, come si sa, andarono
diversamente e il giudice Terranova fu lasciato solo, umiliato e
offeso.
“Non si possono ricordare le vittime della mafia solo nelle
commemorazioni ufficiali – dice Scimeca l’autore siciliano di
Placido Rizzotto -, ma bisogna creare un movimento culturale che
le faccia conoscere alle nuove generazioni, come modelli di vita
da seguire. Troppi film e serie tv, hanno come protagonisti i
boss mafiosi, figure che contribuiscono a creare tra i giovani
falsi miti in cui immedesimarsi. Al contrario la maggior parte
delle vittime della violenza mafiosa viene ricordata solo nelle
commemorazioni ufficiali, alle quali partecipano i parenti e
qualche rappresentante delle istituzioni”.
E ancora il regista: “Tutte le vittime della mafia meritano
lo stesso rispetto. Tutte meritano di essere raccontate perché,
come diceva Paolo Borsellino, ‘non basta l’azione repressiva
della magistratura e delle forze dell’ordine per sconfiggere la
mafia, ma è necessaria una presa di coscienza civile e una forte
azione culturale’.” Nel cast del film, una produzione Arbash in collaborazione
con Rai Cinema, anche Naike Anna Silipo ed Enrico Lo Verso.
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