domenica, 24 Novembre 2024
Film ambientati a Parigi: 10 belli davvero per conoscere la Ville Lumière
«Conoscere Parigi significa conoscere molto», diceva Henry Miller.
Città affascinante e altera, Parigi si appresta a ospitare le Olimpiadi, per la terza volta nella storia, come già è capitato solo a Londra. E non poteva che essere così visto che si deve al parigino Pierre de Coubertin la nascita dei moderni Giochi olimpici.
Sulle tracce di dieci film belli che abbiamo amato, da vedere o rivedere, andiamo a conoscere meglio Parigi, ripercorrendo location e set. Alla scoperta delle sue architetture e del suo spirito.
Midnight in Paris (2011) di Woody Allen
A Parigi, in una delle sue sortite europee fuori dall’amata New York, Woody Allen si è ritrovato e ha fatto centro (a differenza della successiva sfortunata spedizione italiana di To Rome with Love). È piacevole e di levità magica.
In vacanza a Parigi, lo sceneggiatore con velleità da romanziere interpretato da Owen Wilson, scoccata la mezzanotte, è catapultato in un bistrot anni ’20 insieme ai suoi miti letterari e ad artisti iconici, da Ernest Hemingway a Francis Scott Fitzgerald. E poi, insieme alla bella Adriana incarnata da Marion Cotillard, balza anche nella Belle Époque.
Premio Oscar alla sceneggiatura. Ma è Parigi la grande diva. Da avenue des Camoens con la sua vista sulla Tour Eiffel al Pont de Bir-Hakeim ai due piani, dai piccoli negozi della Rive Gauche di rue Galande ai gradini alla Chiesa di Saint-Étienne-du-Mont, Midnight in Paris è una cavalcata trionfale nel cuore di Parigi.
Il favoloso mondo di Amélie (2001) di Jean-Pierre Jeunet
Film francese capolavoro, pieno di trovate estrose e stuzzicanti, è una ventata d’aria fresca. Con Audrey Tautou che è l’Amélie Poulain del titolo, una deliziosa giovane donna con un movimentato mondo interiore.
E intanto, ecco Parigi, catturata in oltre 80 location in colori vivaci e intriganti. Gran parte del film si svolge nel quartiere di Montmartre. E poi ecco la stazione della metropolitana Lamarck-Caulaincourt con la bella doppia scalinata, il celebre Pont des Arts vicino al Louvre, la Basilica del Sacro cuore.
Il luogo in cui si risolve il mistero dell’uomo delle fototessere? La Gare de l’Est.
L’inconfondibile bar tabaccheria dove Amélie lavora, location principale del film? Il Cafe des 2 Moulins in Rue Lepic 15, 18° arrondissement.
Parigi, 13 Arr. (2021) di Jacques Audiard
Altro che Tour Eiffel e Montmartre. Per il suo bel film Parigi, 13 Arr., titolo originale francese Les Olympiades, Audiard ci porta in una Parigi diversa e raramente vista al cinema, nel sud della città, all’uscita della metropolitana Olympiades, capolinea della linea 14. Da qui a pochi passi, ecco Les Olympiades, appunto, con le sue lastre di cemento e le sue torri brutaliste.
Complesso di torri residenziali situato nel XIII arrondissement, eretto negli anni ’70, al centro ha un centro commerciale a mo’ di pagode. Progettate dall’architetto Michel Holley, le torri prendono il nome dalle città che hanno ospitato i Giochi olimpici: Londra, Cortina, Atene, Città del Messico… Ha attratto soprattutto una popolazione asiatica, tant’è che è una delle varie Chinatown di Parigi.
Ed è qui che, ispirati alle graphic novel di Adrian Tomine, vanno in scena la vita e l’amore caotico di giovani parigini, in un luminoso bianco e nero. Con Noémie Merlant, Lucie Zhang, Makita Samba, Jehnny Beth.
Ultimo tango a Parigi (1972) di Bernardo Bertolucci
Film controverso e cult, con un’interpretazione poderosa e brutale di Marlon Brando nei panni di un tormentato vedovo americano alla deriva in Europa. Con Maria Schneider bella e giovane francese con cui instaura una discussa esplorazione sessuale.
Diversi i luoghi di Parigi incastonati dalla fotografia di Vittorio Storaro, come ad esempio il Pont de Bir-Hakeim, location ricorrente di vari film, dove i due sconosciuti si incontrano. O la Salle Wagram, auditorium storico nel 17° arrondissement, dove si svolge la scena finale del tango.
L’appartamento in cui i due consumano la loro anonima e perversa storia d’amore? È in Rue de l’Alboni, numero 1, nel quartiere di Passy, vicino appunto al Pont de Bir-Hakeim.
Before Sunset – Prima del tramonto (2004) di Richard Linklater
Prima era stata Vienna, in Prima dell’alba del 1995, film indipendente che si è fatto notare. Nel secondo capitolo della trilogia romantica Jesse e Céline (ovvero Ethan Hawke e Julie Delpy) si ritrovano a Parigi, dove lui presenta il suo libro e lei è lì tra il pubblico. Un altro pomeriggio insieme per le vie della Ville Lumière, raccontandosi l’un l’altra.
Ecco la storica libreria Shakespeare and Company sulla Rive Gauche, ecco la rue Galande e il cinema Studio Galande nel quartiere latino, e poi la Coulée Verte René-Dumont, nota anche come Promenade Plantée, ovvero un percorso ombreggiato e verdeggiante lontano dal caos.
A Quai de la Tournelle l’immancabile bateau-mouche, in battello lungo la Senna. Il bar in cui si fermano? Le Pure Café, in rue Jean Macé 14.
Tre colori – Film blu (1993) di Krzysztof Kieślowski
Primo film della trilogia dei colori del regista polacco, Tre colori – Film blu è stato film Leone d’oro a Venezia, che ha premiato anche l’interpretazione di Juliette Binoche. Blu, bianco e rosso, come la bandiera francese, come il motto della rivoluzione francese Liberté, Égalité, Fraternité.
Protagonista una giovane Binoche, unica sopravvissuta a un incidente stradale, sopraffatta dalla disperazione per la morte del marito famoso compositore e della figlioletta. Decisa a spazzare via tutto il suo passato, lascia la villa di campagna e si trasferisce a Parigi, in un appartamento parigino in rue Mouffetard, via pittoresca del quartiere latino.
In verità il film si concentra soprattutto nell’appartamento in cui la vedova e madre disperata vorrebbe annullarsi. Ma è proprio il pulsare vitale di Parigi che le impedisce di evitare le interazioni umane, come vorrebbe, attraverso le sue vie trafficate. Torna il Pont de Bir-Hakeim, il celebre ponte a due piani. E poi ecco il quartiere sexy di Pigalle.
I 400 colpi (1959) di François Truffaut
Un grande classico per respirare una Parigi d’altri tempi. I 400 colpi è il primo film di Truffaut, il padre della Nouvelle Vague. Qui fa esordire il suo alter ego Antoine Doinel, interpretato da Jean-Pierre Léaud, un ragazzino problematico e infelice, riottoso verso l’autorità.
Mentre inquadra uno spaccato di infanzia incompresa, intanto Truffaut fa la sua dichiarazione d’amore a Parigi, che pur nelle scene più tristi è sempre bella e luminosa. Ecco la Chiesa della Sainte-Trinité, in place d’Estienne-d’Orves, e la fontana ai suoi piedi, quindi la vista sulla Tour Eiffel, Place d’Iéna, gli Champs-Élysées nella scena della rapina…
L’appartamento di Antoine? In Place Gustave-Toudouze, nel quartiere Saint-Georges.
Parigi a piedi nudi (2016) di Dominique Abel e Fiona Gordon
Non un capolavoro ma un divertissement gradevole franco-belga che ci mostra Parigi con occhi surreali, in folli e colorati inseguimenti per le sue strade. In più, l’ultimo film con Emmanuelle Riva.
Con il suo zainone rosso, con la bandierina del Canada levata, la goffa protagonista Fiona (interpretata dalla stessa regista e sceneggiatrice) avanza per Parigi non senza difficoltà in maglietta e gonna verdi brillanti. È accorsa in aiuto della sua anziana zia che… non si trova da nessuna parte. Spersa per la città, eccola sulla Passerelle Debilly, che scorge con stupore estasiato la Tour Eiffel (tanto da cadere nella Senna!). Recuperata a bordo di un battello, eccola riemergere sotto l’ottocentesco Pont d’Iéna.
Dom (lo stesso sceneggiatore regista Abel) è un senzatetto che vive nell’Île aux Cygnes, l’isola artificiale al centro della Senna, tra il Pont de Bir-Hakeim e il Pont de Grenelle… Insomma, la Ville Lumière è tutta da scoprire, allegramente, in lunghe giornate assolate di contrattempi e in notti di luci, a piedi per la città, in atmosfere alla Buster Kaeton.
2 giorni a Parigi (2007) di Julie Delpy
Dopo Before Sunset – Prima del tramonto, Julie Delpy è tornata a Parigi. Questa volta però l’attrice francese da anni a Los Angeles è anche regista, di una commedia che rompe gli schemi della solita commedia romantica. Il meccanismo sembra essere il negativo di Before Sunset: c’è una coppia, in vacanza nella capitale francese, che viene però annientata dall’atmosfera e dall’ambiente parigini.
Accanto a lei, come co-protagonista, Adam Goldberg. Prima di rientrare a New York, dove abitano, i due innamorati si fermano due giorni a Parigi – come titolo recita –, presso i genitori di lei. Ma lui è infastidito dalle barriere linguistiche e da una città che gli sembra ostile.
Il film è stato girato a Parigi negli esterni. Tra le varie location la Gare du Nord e il Cimitero di Père-Lachaise con la tomba di Jim Morrison.
Fino all’ultimo respiro (1960) di Jean-Luc Godard
Fino all’ultimo respiro è il manifesto della Nouvelle Vague, con Jean-Paul Belmondo affascinante ladro e truffatore. Nel suo montaggio sincopato, è girato tra Marsiglia e Parigi, con la cinepresa spesso su carrelli di fortuna (tipo su una seggiola a rotelle).
Tra le molte ambientazioni parigine, ecco gli Champs Elysées dove la studentessa aspirante giornalista interpretata da Jean Seberg vende il New York Herald Tribune, quindi l’Avenue Montaigne costellata di negozi di alta moda, la Rive Gauche di notte…
La scena cruciale in cui il bel criminale viene colpito da un proiettile? All’incrocio tra rue Campagne-Première e boulevard Raspail, nel quartiere di Montparnasse.