Quest’estate va di moda il cinema vintage

(di Giorgio Gosetti) Uno spettatore distratto guardando in
tv la pubblicità della campagna del ministero della Cultura
sull’estate al cinema potrebbe credere di aver sbagliato epoca
(o canale). Infatti fra i titoli con cui si invoglia il pubblico
a tornare in sala a prezzo ridotto fanno bella mostra di sé “La
ciociara” di Vittorio De Sica e “Il Gattopardo” di Luchino
Visconti, entrambi del 1960. È vero che dopo il successo
inatteso del bianco&nero di Paola Cortellesi con “C’è ancora
domani” tutto è possibile, ma il segnale resta da decifrare:
crediamo così poco nel cinema d’oggi che ci fidiamo di più dei
successi di ieri? In verità, durante i mesi scorsi, il primo segnale eclatante
è venuto dall’eccellente incasso del film “L’odio” diretto
Mathieu Kassowitz nel 1995 che è tornato in sala a maggio in
versione restaurata 4K grazie alla piccola distribuzione Cat
People e in pochi giorni ha conquistato quasi 200.000 euro in
oltre 170 sale. Poco prima aveva registrato un exploit simile la
riedizione di “Scarface” di Brian De Palma, mentre sull’onda
dell’Oscar a Hayao Miyazaki per “Il bambino e l’airone” e del
trionfo di Wim Wenders con “Perfect Days” Lucky Red aveva
riportato in sala con successo le opere giovanili dei due
maestri. Se poi si va ancora un po’più indietro nel tempo basta
pensare che, a pandemia appena finita nel 2021, una nuova
generazione di spettatori aveva lasciato per una sera la
sicurezza delle piattaforme tornando al cinema per scoprire “In
the Mood for Love” di Wong Kar-wai.
    Oggi la tendenza si conferma con i risultati da record del
festival “Il cinema ritrovato” di Bologna che propone ogni anno,
anche sotto le stelle di Piazza Maggiore, solo vecchi film
restaurati o riscoperti. Proprio la Cineteca di Bologna aveva
fiutato il terreno favorevole sia dal punto di vista
festivaliero (produce “Il cinema ritrovato” sul modello del
francese Festival Lumière di Lione), sia da quello distributivo
con una serie di restauri realizzati in casa e poi
commercializzati nelle sale di qualità. Vetrine importanti per
il cinema restaurato si erano intanto consolidate nei programmi
festivalieri di Cannes, Venezia, Locarno e in parte Berlino,
mentre sempre più spesso le case di produzione “storiche”
realizzavano di avere in magazzino dei tesori da sfruttare, con
un’operazione concorrenziale ai sequel ripetitivi sfornati
sempre più spesso da Hollywood: costi infinitamente minori –
spesso i cosiddetti restauri sono solo digitalizzazioni su
standard più moderni come il 4K – e potenziale scoperta di un
nuovo pubblico. Così è stato per i capolavori di Dario Argento
(“Profondo rosso” e “Suspiria”), per titoli antichi adatti ai
teenager assetati di novità horror (“Cannibal Holocaust” di
Ruggero Deodato), ma anche per opere di qualità che i cinefili
più giovani non trovano facilmente sulle piattaforme e sulla pay
tv.
    Che si tratti di un business a valore sicuro, è provato
dall’ultima edizione del Marché du Film di Cannes dove gli stand
più ricercati dai compratori di diritti erano proprio quelli dei
venditori di gloriose e antiche library, da Gaumont a MK2, da
Pathé a Hollywood Classics, Warner, Universal. Così come è ormai
chiaro che il segnale è stato recepito sia dall’esercizio che a
queste proposte riserva con gioia i primi giorni della settimana
(quando si attende ancora la settimanale infornata del giovedì),
sia dalle majors che dominano ancora il mercato internazionale.
    Dalla scorsa settimana Warner propone ogni lunedì una “puntata”
del ciclo di “Spider-Man” a cominciare dal capostipite firmato
da Sam Raimi nel 2002, mentre adesso è anche il turno della saga
di Harry Potter (in sala “Il prigioniero di Azkaban”) e si è da
poco esaurito l’ennesimo ritorno del “Signore degli anelli” dopo
l’annuncio che Peter Jackson rimetterà mano alla celebre “bibbia” del fantasy. In queste settimane altri passaggi importanti: sull’onda
dell’ultimo festival di Cannes sono arrivati in sala “Sbatti il
mostro in prima pagina” di Marco Bellocchio (un film che il
regista ha accompagnato in una serie di anteprime come se fosse
un suo nuovo lavoro) e “Pioggia di ricordi”, il primo dei
cartoon dello Studio Ghibli che sulla Croisette ha ricevuto la
Palma d’oro onoraria e che adesso Lucky Red festeggia con una
serie di riedizioni di opere sulla scia del maestro Miyazaki. E
Matteo Garrone, grazie al successo planetario di “Io Capitano”,
ha potuto mostrare al cinema la versione estesa (una sorta di
director’s cut) del suo “Dogman” del 2018. Se poi consideriamo
che la memoria del cinema è praticamente senza fondo e che
soprattutto il cinema europeo e quello asiatico sono un
autentico pozzo di scoperte per le nuove generazioni, la “scommessa vintage” potrebbe definirsi “un grande futuro dietro
le spalle”.
   

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