lunedì, 25 Novembre 2024
Uil, Ssn alla deriva e cresce rischio di una sanità solo privata
Il Servizio sanitario italiano é “vicino al punto di non ritorno”. A lanciare l’allarme,
contestando la legge sull’autonomia differenziata, è la Uil che,
in uno studio, evidenzia i costi per i cittadini se la sanità
diventasse solo privata, con l’ulteriore aggravante che questi
risulterebbero più alti al sud dove l’offerta di servizi è
minore.
Il governo, “per strizzare l’occhio alla sanità privata –
rileva il sindacato -volta le spalle alla sanità pubblica. Tutti
i provvedimenti dell’Esecutivo Meloni in materia di sanità, a
partire dalle leggi di bilancio per finire al recente decreto
abbatti liste, vanno nella direzione di un rafforzamento della
sanità privata a discapito di quella pubblica. Direzione che
aggrava sempre più il malessere economico di molte famiglie
italiane”. Da qui l’analisi – effettuate in tre regioni, ovvero
Lombardia, Lazio e Calabria – sugli effetti che subirebbero i
bilanci delle famiglie nell’ipotesi in cui per curarsi, in
presenza di un progressivo smantellamento della sanità pubblica,
si fosse costretti a rivolgersi alla sola sanità privata pura.
Una persona che necessitasse di un ricovero per bassa
complessità, in assenza del Ssn, dovrebbe sostenere una spesa
giornaliera che varia da un minimo di €422 fino a un massimo di
€1.178 in Lombardia, da €435 a €1.278 nel Lazio e da €552 a
€1.480 in Calabria. Per un intervento chirurgico come
l’asportazione del tumore alla mammella, il più delle volte
seguita dalla radioterapia, invece, si dovrebbe sostenere una
spesa che può arrivare sino a un massimo di €29.400 in
Lombardia, di €32.400 nel Lazio e di €48.400 in Calabria.
Dall’analisi emerge come al “diminuire dell’offerta sanitaria
privata, rispetto alla domanda di cura, crescano le tariffe.
Questo spiega perché i costi di alcune prestazioni in Calabria
risultano più alte delle stesse in Lombardia e nel Lazio”.
Dunque, “per tutelare e rilanciare il Ssn, occorre: fermare la
legge Calderoli sul regionalismo differenziato; attestare il
rapporto Pil/spesa sanitaria sui livelli della media Ue;
combattere gli sprechi delle Regioni”. Infatti, nell’ipotesi di
una sanità solo privata, conclude la Uil, “la rinuncia alle cure
per categorie come lavoratori e pensionati sarebbe una via
obbligata. Il progressivo arretramento della sanità pubblica è
un colpo mortale per i bilanci delle famiglie e un
ridimensionamento del diritto alla salute”.
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