Cybersecurity:60% aziende sanità italiane rischia furto dati

(ANSA) – PALERMO, 22 SET – Rischio vulnerabilità nei sistemi
informatici delle aziende sanitarie italiane. Secondo gli
analisti di Swascan, Cyber Security Company, che hanno condotto
uno studio sulle criticità del settore sanitario, il 60% delle
aziende del campione sotto esame rischiano il furto di dati
sensibili. L’analisi, condotta lo scorso agosto, prende in
considerazione venti strutture sanitarie pubbliche e private tra
le prime cento in termini di dimensione, fatturato e
reputazione. E arriva a poche settimane dagli attacchi al
sistema della Regione Lazio per i vaccini e all’Ospedale San
Giovanni di Roma.
    Dallo studio è emerso che il numero totale misurato in
potenziali vulnerabilità riscontrate per il settore è 942,
così distribuite: 4 aziende (20% del campione) non sono
vulnerabili, 4 aziende (20% del campione) hanno tra 1 e 25
potenziali vulnerabilità, 7 aziende (35% del campione) tra 26 e
50 e 5 aziende (25%del campione) con più di 50 e fino a oltre
cento potenziali vulnerabilità. “Un mercato particolarmente
appetibile per la criminalità dove una cartella clinica rubata
può valere fino a mille dollari”, spiegano gli analisti di
Swascan. E’ anche emerso che su un totale di 239 indirizzi IP
appartenenti alle 20 aziende oggetto di analisi, vi sono 579
porte esposte. Tra i servizi maggiormenti esposti ci sono quelli
di posta e l’utilizzo di protocolli web non cifrati. Il numero
totale delle e-mail compromesse, infatti, è 9.355 (pubblicate in
237 data breach, ovvero fughe di dati).
    “Le evidenze di criticità mostrano come le aziende
sanitarie sono facile preda di attacchi ransomware: si stima che
entro la fine del 2021 quintuplicheranno, secondo un rapporto di
Cybersecurity Ventures – concludono dalla Swascan – Più è
debole il perimetro, maggiore sarà la probabilità che si
verifichino minacce di questo tipo”. (ANSA).
   

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