lunedì, 25 Novembre 2024
Unicef-Oms, allattamento al seno negato per 1 bambino su 2
Nel mondo solo il 48% dei neonati
viene alimentato con l’allattamento esclusivo al seno per almeno
i primi sei mesi di vita. È il dato rimarcato dall’Unicef e
dall’Oms in occasione della Settimana mondiale sull’allattamento
al seno che si apre oggi.
“Negli ultimi 12 anni, il numero di bambine e bambini di età
inferiore ai 6 mesi allattati al seno in maniera esclusiva è
aumentato di oltre il 10%. Ciò significa che il 48% dei neonati
in tutto il mondo beneficia di questo sano inizio di vita”,
affermano in una nota congiunta la direttrice generale
dell’Unicef Catherine Russell e il direttore generale dell’Oms
Tedros Adhanom Ghebreyesus. “Ciò si traduce in centinaia di
migliaia di bambini e bambine la cui vita è stata salvata
attraverso l’allattamento”.
L’allattamento esclusivo al seno nei primi anni di vita,
ricordano le due agenzie, è uno dei determinanti più importanti
per la salute dei bambini nelle prime fasi della vita. Gli
anticorpi in esso contenuti proteggono da molte malattie
infettive nell’attesa che il piccolo sviluppi un sistema
immunitario proprio. Inoltre, i bambini allattati al seno hanno
un minor rischio di diverse patologie, come l’obesità, nel corso
della vita. Benefici anche per la mamma che, se allatta, ha
minori probabilità di sviluppare alcuni tumori e diabete.
“Quando le madri ricevono il sostegno necessario per
allattare, tutti ne traggono beneficio. Secondo gli ultimi dati
disponibili, migliorare i tassi di allattamento potrebbe salvare
oltre 820 mila vite ogni anno”, affermano Russell e Tedros.
In Italia, secondo gli ultimi dati (2022) della Sorveglianza
Bambini 0-2 anni del ministero della Salute e dell’Istituto
Superiore di Sanità, solo il 46,7% dei bambini di 2-3 mesi viene
allattato in maniera esclusiva al seno. La percentuale scende al
30% nella fascia 4-5 mesi. Forti le differenze su base
territoriale con quote più basse nel Sud rispetto al
Centro-Nord. In particolare, nella fascia 4-5 mesi, si passa dal
13,5% della Sicilia al 43,2% della Provincia Autonoma di Trento
e del Friuli Venezia Giulia.
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