Toscana sperimenta i Pir, gli ambulatori di intervento rapido

Sarà avviata a ottobre, in
Toscana, la sperimentazione dei ‘Pir’ (punti di intervento
rapido), ovvero presidi e ambulatori per la presa in carico
tempestiva dei cittadini che presentano problemi di natura non
grave.
    Saranno sperimentati per sei mesi come parte del nuovo
modello di assistenza territoriale che la Toscana sta
pianificando e saranno anche un’alternativa, in alcuni casi, ai
pronto soccorso. All’interno opereranno medici “della continuità
assistenziale” e infermieri. In rete con il personale del
Dipartimento emergenza urgenza e medici del dipartimento cure
primarie, in collaborazione con i medici di medicina generale.
    A ottobre partirà la sperimentazione di tre diversi tipi di
Pir. Il primo sono gli ambulatori ‘da città’, aperti per 12 ore
al giorno presso le Case di comunità dei centri più popolati e
dove l’accesso avverrà attraverso il medico di famiglia o il
numero di telefono 116117. La sperimentazione avverrà nelle case
di comunità di Empoli, Prato, Pistoia e Firenze.
    Il secondo tipo sono strutture pensate per i presidi
sanitari di territori meno popolati e a maggior rischio di
carenza di medici, dove si potrà accedere direttamente,
attraverso i medici di famiglia o l’116117. Per testare i Pir di
secondo tipo è stato scelto il centro medico avanzato già attivo
a Figline Valdarno. Infine saranno testati anche gli ambulatori
da attivare in prossimità dei pronto soccorso: il primo sarà
all’ospedale Torre Galli di Firenze.
    “Questi ambulatori – sottolinea il presidente della Toscana
Eugenio Giani – saranno un po’ la nuova frontiera per la
patologia acuta del cittadino, che, in caso di codici minori,
anziché rimanere in coda per ore e ore al pronto soccorso, con i
casi più gravi che giustamente hanno precedenza, potrà più
velocemente essere curato”. L’assessore al diritto alla salute,
Simone Bezzini ha spiegato che “si tratta di ambulatori per
emergenze non gravi e non critiche, uno strumento per migliorare
la presa in carico dei pazienti ma anche un tentativo di
alleggerire la pressione sui pronto soccorso”.
   

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