lunedì, 25 Novembre 2024
Bejo, racconto il coraggio delle donne contro la dittatura
Nel 2019 il cineasta guatemalteco
naturalizzato belga César Diaz ha vinto la Camera d’or a Cannes
con la sua opera prima Nuestras madres su un archeologo forense
che cerca la verità sul papà, scomparso durante la guerra civile
in Guatemala negli anni Ottanta. Una storia ispirata alla
vicenda reale di suo padre (scomparso a inizio degli anni ’80,
ndr). Un passato che il regista continua ad esplorare in Mexico
86, ispirandosi in parte alla sua infanzia e alla madre,
attivista rivoluzionaria che per continuare a combattere contro
la dittatura si è anche a lungo separata da lui. Intensa
protagonista del film, che debutta in anteprima mondiale al
Locarno Film Festival in Piazza grande, è Berenice Bejo. Una prova che ha una risonanza molto personale anche per
l’attrice che è nata a Buenos Aires ma vive in Francia da quando
aveva tre anni: “Quando ho incontrato César ho capito che fare
il film sarebbe stato anche un modo per parlare della mia
famiglia – spiega in conferenza stampa -. I miei genitori sono
fuggiti dalla dittatura in Argentina. Qualcosa di cui loro non
mi hanno voluto parlare”. Accettando il ruolo “ho pensato che
avrei potuto trovare risposte anche alle mie domande. Mi sentivo
molto frustrata dal loro silenzio, ma mi sono pacificata con
Mexico 86. Ho capito che abbiamo anche il diritto di tacere e
avere dei segreti. Fra chi ha vissuto fatti traumatici come
quelli c’è chi parla e chi no e non si deve giudicare”.
Nella storia la diva è Maria, militante della resistenza in
Guatemala, da poco divenuta madre, che quando si trova costretta
a fuggire, per continuare anche con altri mezzi la sua lotta, prende la decisione di lasciare il figlio Marco (Matheo Labbé)
in Guatemala a crescere con la nonna. Oltre 10 anni dopo il
bambino raggiunge la madre sperando di poter iniziare una nuova
vita insieme, ma la donna sente il dovere di continuare la sua
battaglia per la giustizia. Nel film “racconto qualcosa che fa
parte della mia biografia – osserva Diaz -. Ma è anche una
riflessione sulla donna e sulla maternità. Mi interessava
esplorare come una madre possa essere anche un’attivista
politica e come possa dare un senso alla sua vita per cercare di
creare un nuovo mondo per il figlio”. Fortunatamente “ci sono persone come Maria capaci di mettere
anche la loro vita da parte per difendere la democrazia che
ancora oggi è maltrattata in così tanti Paesi – sottolinea Bejo
-. Quanti però in questa società così egocentrica sarebbero
capaci di quel tipo di scelta?”.
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