Real, la realtà nello specchio della vita digitale

Una camgirl che nei suoi live
streaming sexy canta anche le proprie canzoni; una coppia Lgbtq
che si incontra attraverso gli avatar nello spazio sicuro e
libero della Vr; una smart city in Corea, dove le persone vivono
gratis, per cinque anni, provando ogni sorta di nuova
tecnologia; una clinica per guarire dalla dipendenza della rete.
    Sono alcuni dei protagonisti e i luoghi tra i quali si muove
Real, il nuovo documentario di Adele Tulli (già autrice del
pluripremiato Normal, sulle norme e gli stereotipi di genere),
che debutta in Cineasti del presente al Locarno Film Festival e
arriverà poi in sala con Luce Cinecittà. Nel film (producono Pepito Produzioni e FilmAffair con Rai
Cinema e Luce Cinecittà in collaborazione con Les Films d’Ici)
si traccia un percorso tra le infinite strade della vita
digitale, nella quale “siamo tutti immersi, in un modo o
nell’altro – dice la regista all’ANSA -. È stata una sfida
perché l’argomento, oltre ad essere enorme e complesso, è in
divenire, c’è la sensazione che ti muti davanti agli occhi,
attraverso le nuove tecnologie che arrivano, creando una
polarizzazione nell’opinione pubblica”. Tulli, con un lavoro
iniziato durante la pandemia, ha voluto “osservare questo
cambiamento, cercare di dare un senso a questa trasformazione un
po’ al di là dell’hype del momento, senza abbracciare né una
prospettiva tecnofobica né una tecnottimista, ma muovendomi per
suggestioni e ragionando su cosa stia succedendo a noi umani”.
    Per fare questo “ho cercato delle storie che portassero luce su
diversi aspetti di questo vivere iperconnesso”.
   

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