lunedì, 25 Novembre 2024
Barras, siamo tutti selvaggi, gli uni per gli altri
Il racconto in stop motion di
un bambino, diventato orfano in circostanze traumatiche
raccontata in La mia vita da zucchina, ha portato nel 2017
Claude Barras nella cinquina in gara per l’Oscar come miglior
film d’animazione. Il cineasta svizzero usando sempre la stop
motion, firma un per grandi e piccoli un’altra storia dalla
profonda rilevanza sociale, legata all’allarme ambientale,
unendo poesia e verità, in Sauvages. Il film, dopo il debutto a
Cannes, è arrivato in Piazza Grande al Locarno Film Festival,
dove il regista ha anche ricevuto il Locarno Kids Award La
Mobiliare, dedicato alle personalità capaci di far arrivare il
cinema agli spettatori più piccoli.
Per portare loro temi complessi “non giro intorno alla
questione e mostro la verità, lasciando ai bambini lo spazio per un proprio discorso e una propria riflessione – spiega all’ANSA
il regista -. Espongo ogni argomento in maniera semplice, senza tacere, nell’affrontare un problema, le difficoltà ma al
tempo stesso non presentandole come insormontabili”. Figure di
riferimento nella difesa della natura come Dian Fossey, Jane
Goodall e l’antropologo attivista, scomparso misteriosamente,
nel 2000, Bruno Manser che aveva dedicato il suo impegno a
combattere deforestazione del Borneo, hanno ispirato la trama
del film. Tutto inizia quando , proprio nel Borneo, la piccola
Keria salva un cucciolo di orango, rimasto senza mamma, trovato
nella piantagione di palme da olio dove lavora il padre. A casa
di Keria arriva anche il cuginetto Selai, del popolo nomade dei
Penan la cui famiglia è in prima linea contro le compagnie che
vogliono portare avanti la deforestazione. I due bambini insieme
al piccolo orango, chiamato Oshi, si uniranno, a modo loro, alla
battaglia per salvare la foresta. Nella storia, “ci sono diverse tipologie di ‘selvaggi’ –
osserva Barras -. Da una parte sono le persone pericolose e
cattive del racconto, dall’altra le persone libere che non hanno frontiere. Siamo tutti dei selvaggi… siamo i selvaggi
l’uno dell’altro”. I bambini – sottolinea – sanno che il nostro
modo di vivere non va bene, che bisogna cambiare ma spesso
vedono pure che i loro genitori fanno poco in questo senso.
Magari il film potrà aiutare a creare un dialogo su questi
argomenti, e a individuare delle piccole cose che si possono
cambiare nella vita quotidiana di una famiglia. Questa forse è
la piccola missione di Sauvages”.
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