lunedì, 25 Novembre 2024
Paz Vega, mi sono sempre fatta i film nella testa
Una carriera di oltre 25 anni,
dall’intenso Lucía y el sexo (2001) di Julio Medem (per cui
vince il premio Goya), al successo in commedia negli Usa con
Spanglish, a fianco di Adam Sandler; da Parla con lei e Gli
amanti passeggeri di Pedro Almodovar alla heist series non
lineare (per gli episodi non c’era un ordine definito di
visione) di Netflix Caleidoscopio (2023). Paz Vega che come
attrice alterna da sempre autori e storie per il grande
pubblico (ha lavorato fra gli altri, anche con i fratelli
Taviani, Vicente Aranda, Frank Miller, Oliver Parker, Michele
Placido, Danis Tanovic, Jada Pinkett Smith, Oliver Dahan) firma
la sua opera prima da regista. E’ il dramma famigliare Rita che
ha avuto il suo debutto in prima mondiale al Locarno Film
Festival in Piazza Grande.
“Dal primo giorno in cui sono arrivata su un set sono stata
curiosa di comprendere cosa succedesse intorno a me – spiega
Vega in conferenza stampa -. il lavoro dell’attore è molto
individuale, mentre su su un set ci sono le sinergie che si
creano, le energie, i team al lavoro, la velocità, i problemi da
risolvere, l’adrenalina. Tutto questo, mi ha subito
affascinato”. Tant’è che “quando finisco le mie scene, spesso
resto per vedere quali saranno le decisioni del regista. E nella
mia testa mi faccio il mio film”.
La storia che qui mette in scena è ambientata nella Siviglia
del 1984. Al centro del racconto ci sono Rita (Sofía Allepuz) e
Lolo (Alejandro Escamilla) fratello e sorella, di 7 e 5 anni,
che appartengono a una famiglia della classe operaia. L’intero
Paese è nel pieno della febbre del calcio dopo che la Spagna si
è qualificata ai quarti di finale degli Europei. Le vacanze
estive stanno iniziando, e Rita sogna di andare al mare, ma a
decidere è solo il padre (Roberto Alamo) e per lui guardare le
partite è la priorità, la sua parola è legge. Uno stato di cose
che la bambina inizia a mettere in discussione, quando si rende
conto che la sua casa sta diventando sempre meno sicura,
soprattutto per sua madre (Paz Vega). L’unica via di fuga per
Rita è la sua immaginazione.
L’idea di lavorare con dei bambini protagonisti è stato “un
bellissimo rischio” commenta Paz Vega e si è rivelata “una
meravigliosa esperienza, perché ho conosciuto dei bambini
talentuosi, che sanno ascoltare, che hanno avuto fiducia in me e
hanno reso tutto il film incredibile”.
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