lunedì, 25 Novembre 2024
15 film brevi e davvero belli che durano meno di 90 minuti
Il cinema si fa sempre più prolisso. Qualche esempio? L’ultimo film premio Oscar, Oppenheimer di Christopher Nolan: 3 ore di durata. O gran parte dei film prestoproiettati al Lido alla Mostra del cinema di Venezia: «Quest’anno ci sono molti film lunghi, dalle durate anomale», ha messo in guardia direttor Barbera.
Eppure mai come oggi il tempo è un dono prezioso. Da concedersi sempre più, ma da concedere con oculatezza. Ne deve valer la pena. Per fortuna, però, esistono anche magnifici casi opposti: film brevi (e belli) che conoscono il dono meraviglioso dell’essenzialità.
Per chi ha poco tempo, per chi vuole andare a colpo sicuro, per chi è stanco di durate monstre, ecco qui 15 film belli davvero e… corti! Che non durano più di 90 minuti: meno di un’ora mezza del vostro tempo. E a volte si tratta di veri e propri capolavori.
La mia vita da Zucchina (2016) di Claude Barras
Durata: 66 minuti
La mia vita da Zucchinaè un confetto d’animazione franco-svizzera, in stop motion adorabile e piena di poesia. Protagonista un bimbetto di 9 anni, soprannominato Zucchina, rimasto orfano emandato a vivere in una casa famiglia. Sorpresa: la vita in istituto può essere anche felice e riscaldata da amicizie. Alla sceneggiaturaCéline Sciamma, la regista francese maestra di feconda essenzialità.
È stato nella shortlist dei candidati all’Oscar al miglior film d’animazione. E avrebbe dovuto vincere.
Following (1998) di Christopher Nolan
Durata: 70 minuti
Prima ancora di debordare in film di lunghezza sfidante (oltre aOppenheimer, Interstellar di 169 minuti, Il cavaliere oscuro – Il ritorno di 164 minuti, Tenet di 150 minuti), Christopher Nolan ha saputocontenersi.
Il suo film d’esordioFollowing dura pocopiù di un’ora. Presentagiàunastruttura non lineare, suomarchio di fabbrica. In bianco e nero, è un noir tagliente molto breve ma efficace. Un aspirantescrittore (Jeremy Theobald) privo di prospettiveinizia a pedinaredeglisconosciuti, finché non siimbatte in un ladro (Alex Haw) cheamagiocare con le emozioni di chi deruba.
Petite Maman (2021) di Céline Sciamma
Durata: 72 minuti
Un film che è una carezza. Céline Sciamma, regista francese del capolavoro elegante e turbinoso Ritratto della giovane in fiamme, in Petite Maman ordisce un abbraccio tra madre e figlia, al di là del tempo. L’idea alla base è semplice e luminosa: e se da bambini incontrassimo nostra madre, anche lei bambina e coetanea, che rapporto scaturirebbe? Ecco la possibilità di un incontro con i propri genitori senza fare domande, solo conoscendosi e amandosi.
Sciamma è incline a film brevi e belli: anche l’ottimo Tomboydura meno di un’ora, solo 84 minuti.
Nightmare Before Christmas (1993) di Henry Selick
Durata: 73 minuti
Film d’animazione americano in stop motion originale e adorabile, breve e bello, ha come ideatore e produttore – non a caso – Tim Burton. Un musical natalizio meravigliosamente macabro e ingegnoso, da gustare sorridendo.
Protagonista Jack Skellington, l’amato re delle zucche del Paese di Halloween. Stanco della solita routine di spaventare le persone, imbattutosi nella città del Natale, si innamora dei colori vivaci e dello spirito caldo natalizi. Il suo piano: rapire Babbo Natale e assumerne il ruolo.
Shiva Baby (2020) di Emma Seligman
Durata: 77 minuti
Un esordio convincente per la giovane canadese Emma Seligman, con una commedia in equilibrio tra tormento e divertimento.
Mentre è a un funerale ebraico con i suoi genitori, intenta a nascondere i suoi fallimenti, una studentessa universitaria (interpretata da RachelSennott) ha un incontro imbarazzante con il suo sugar daddy (Danny Deferrari), con moglie e figlio al seguito, e la sua ex fidanzata (Molly Gordon).
Nodo alla gola (1948) di Alfred Hitchcock
Durata: 80 minuti
Nodo alla gola è il primo lungometraggio in Technicolor di Hitchcock, allasfida con l’ardita idea di girare come se il film fosse di una sola inquadratura, composta da dieci piani sequenza. Non manca l’iconico James Stewart, alla prima collaborazione con il maestro del brivido.
È lui il professore le cui lezioni ispirano inconsapevolmente l’omicidio di un giovane, per mano di due suoi ex compagni di Harvard. Un classico che cattura. Secondo qualcuno l’unico problema è che dura troppo poco: se ne vorrebbe di più.
Foglie al vento (2023) di Aki Kaurismäki
Durata: 81 minuti
Dalla Finlandia una storia d’amore deliziosa e sfortunata, in una Helsinki contemporanea dai colori slavati e dalla scenografia vintage.
Un’addetta al supermercato (Alma Pöysti) e un operaio alcolista (JussiVatanen), esistenze semplici e di pochi spiccioli, si incontrano per caso. Cercheranno di farlo ancora, nonostante latendenza generale della vita a porre ostacoli a chi cerca la propria felicità.
Premio della Giuria al Festival di Cannes. A volte bastano pochi minuti per fare centro.
Elephant (2003) di Gus Van Sant
Durata: 81 minuti
Film americanoinquietante, è liberamenteispirato al massacrodella Columbine High School del 1999.
In unascuola di periferia, adolescentivaritrascorronounagiornataapparentementetranquilla. Finché non irrompono due studenti (Alex Frost ed Eric Deulen) armati: la violenza è perpetrata con distaccato e drammaticosenso di casualità.
Palma d’oro e premio per la miglior regia al Festival di Cannes, un doppioriconoscimento per cui la giuriachieseunaderoga al regolamentoche non vuolecheipremisianoassegnatiallostesso film.
Persona (1966) di Ingmar Bergman
Durata: 84 minuti circa
Nel suo ritiro sull’isola di Fårö, il regista svedese realizzò il suo film capolavoro, che influenzò successivamente un altro capolavoro, Mulholland Drive di Lynch.
Breve e bello, misterioso e a tratti inquietante, Persona è l’incontro tra una famosa attrice piombata in un doloroso mutismo (LivUllmann) e la sua infermiera (BibiAndersson), ritiratesi insieme in una casa sulla spiaggia sul Mar Baltico. Mentre si accavallano realtà e inconscio, incubi e fantasmi, le due si trovano in una strana convergenza emotiva.
La marcia dei pinguini (2005) di Luc Jacquet
Durata: 84 minuti
Documentario francese magnifico e drammatico, è stato campione di incassi e vincitore dell’Oscar al miglior doc.
Jacquet e la sua troupe riprendono il viaggio estremo dei pinguini imperatori nel Polo Sud. La loro marcia sa di rituale e anche di impresa eroica in nome della vita: per riprodursi, la deposizione delle uova avviene all’interno, nella regione ghiacciata e più stabile dell’Antartico, dove vengono covate le uova, lottando contro freddo e digiuno. Per nutrirsi la marcia è opposta, verso l’oceano. Ogni passaggio deve essere perfetto: pena, la morte.
Locke (2013) di Steven Knight
Durata: 85 minuti
Locke è un capolavoro di minimalismo – non solo nella durata -, potente e scolpito nel cuore. Solo un attore in scena e il set è un’auto in corsa nella notte. Tom Hardy è marito, padre e capocantiere , un uomo comune che, per non ripetere le colpe del padre, diventa eroe contemporaneo. Al telefono intanto spiega, rivela, osa, perdendo in un attimo famiglia, lavoro e casa. Il mondo del calcestruzzo, dopo Locke, diventerà un regno affascinante da scoprire.
Film presentato fuori concorso alla Mostra del cinema di Venezia, avrebbe meritato la scena principale e premi.
Mezzogiorno di fuoco (1952) di Fred Zinnemann
Durata: 85 minuti
Cult western, Mezzogiorno di fuoco è lontano dalle distese di minuti di altrettanti capolavori della Frontiera alla Sergio Leone o alla Quentin Tarantino.
Magistrale Gary Cooper, sceriffo che sta per lasciare la cittadina di Hadleyville, nel New Mexico, con la sua nuova sposa (Grace Kelly), quando scopre che un criminale locale arrestato in passato è stato liberato. Arriverà con il treno di mezzogiorno per vendicarsi. Una storia semplice, suspense e momenti avvincenti.
Quattro Oscar vinti, tra cui, ovviamente, quello a divin Cooper.
Il colpevole – The Guilty (2018) di Gustav Möller
Un gioiellino danese che ricorda Locke per minimalismo e svolte narrative appese alla linea di un telefono. C’è un uomo solo, un agente di polizia (Jakob Cedergren) messosi nei guai e ora confinato al centralino per le emergenze. Da lì, in una corsa contro il tempo, cerca di salvare la vita a una donna dall’altra parte della cornetta. Tensione ed emozioni per un thriller in cui non si vede niente ma si immagina tutto.
Tori e Lokita (2022) di Jean-Pierre e Luc Dardenne
Durata: 88 minuti
Nell’asciutto realismo tipico dei due fratelli belgi, una storia piccola che diventa così grande. Nel Belgio contemporaneo un ragazzino (Pablo Schils) e un’adolescente (Joely Mbundu), venuti soli dall’Africa, si amano profondamente come fratelli. Alle difficili condizioni del loro esilio, oppongono il loro invincibile legame di famiglia che va oltre il sangue.
In pochi minuti i fratelli Dardenne prima conquistano, con poche pennellate, poi sconquassano, colpendo lo spettatore con durissimi pugni di vetro.
Per Tori e Lokita Premio del 75º anniversario al Festival di Cannes.
Sbatti il mostro in prima pagina (1972) di Marco Bellocchio
Durata: 88 minuti
Un film di denuncia che ha ancora molto da dirci. Emblematico il titolo del film.
All’origine, la violenza sessuale e l’omicidio di una studentessa in una Milano dal clima politicamente teso degli Anni di piombo. Gian Maria Volonté interpreta il redattore capo di un giornale di destra che scientemente strumentalizza quel crimine puntando il dito contro un militante di estrema sinistra. La campagna mediatica sortisce l’effetto sperato…