Il Papa incontra Letsile Tebogo, oro nei 200 metri a Parigi

Letsile Tebogo, campione olimpico dei
200 metri (e argento nella 4×400 con il suo Botswana), è stato
ricevuto stamani da papa Francesco in Vaticano. Con lui l’atleta
ucraina Anna Ryzykova, bronzo ai Giochi di Londra nella
staffetta 4×400, anche lei in gara a Parigi.
    Tebogo – che venerdì 30 agosto sarà in pista allo stadio
Olimpico per il Golden Gala – ha chiesto al Papa una preghiera
per sua mamma, Elizabeth Seratiwa, morta lo scorso 18 maggio
(aveva 44 anni). E gli ha mostrato le scarpe con le quali ha
vinto le Olimpiadi a Parigi: vi sono, infatti, incise le
iniziali del nome e la data della nascita della mamma
(23.12.1980).
    A sua volta Ryzykova ha chiesto a Francesco di benedire la
sua maglietta, condividendo la preghiera per il suo popolo
ucraino che sta soffrendo a causa della guerra.
    Il Papa, in segno di amicizia, ha firmato le scarpe di Tebogo
e la maglietta di Ryzykova. I due atleti sono stati accolti, in
occasione dell’udienza generale, dal team di Athletica Vaticana.
    “Vedendomi vincere l’oro olimpico forse tante persone saranno
andate a cercare sulle mappe dove si trova il Botswana e
leggendo sulle mie scarpe le iniziali del nome di mia madre e la
sua data nascita spero che qualcuno avrà pregato per lei”, dice
Tebogo, a quanto riferisce Athletica
Vaticana. Proprio le scarpe che ha il Papa ha benedetto
raccontano la sua storia. Ha iniziato a correre scalzo nel 2019:
il primo paio le ha calzate l’anno dopo, quando ha vinto i
campionati nazionali e ha scelto di mettere da parte il calcio
(giocava scalzo, naturalmente) per l’atletica. “Correre senza
scarpe in Africa e nelle regioni povere del mondo è normale”,
racconta Tebogo. “Le mie prime gare le ho corse con i pantaloni
di mio zio. Spero che le mie vittorie sui 100 e sui 200 metri
portino attenzioni al Botswana e all’Africa in generale. È
significativo che gli africani non vengano visti unicamente come
atleti che corrono le lunghe distanze”. Non manca una proposta: “Con più strutture anche sportive, sarebbe
importante organizzare finalmente le Olimpiadi in Africa: il
mondo conoscerebbe culture straordinarie!”.
    Tebogo è particolarmente commosso di aver ricordato la mamma
insieme al Papa: “Sono certo che mia mamma è felice, era una
donna di fede. Quando è morta, per un cancro al seno dopo una
lunga battaglia, ho pensato di chiudere con lo sport. Ora ho
vinto i Giochi per e con mamma. Per mia sorella, che ha 12 anni,
e per me lei è stata ed è tutto! Ci ha dato l’opportunità di
crescere nonostante il contesto dove siamo nati: il villaggio di
Kanye che nessuno sa dov’è. Sempre insieme, grazie allo sport
abbiamo visto città che non pensavamo neppure esistessero!”. E
aggiunge: “Ero un bambino iperattivo, senza speranze: lo sport e
l’amore infinito di mamma hanno consentito di realizzarmi nella
vita, fino all’oro olimpico. Ma tutti i bambini in Africa
dovrebbero avere queste opportunità”.
   

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