Inchiesta Perugia: Gravina ‘smascherato complotto contro di me’

“Gli accertamenti compiuti dalla
Procura di Perugia smascherano il complotto che ha portato alla
mia iscrizione nel registro degli indagati”. Il presidente della
Federcalcio, Gabriele Gravina commenta così le notizie
sull’inchiesta umbra relativa ai dossier abusivi della Direzione
nazionale antimafia. “Gli accertamenti contenuti nell’ordinanza
a firma del procuratore capo Raffaele Cantone – precisa Gravina
-, certificano l’innesco inquinato dell’indagine a mio carico, e
cioè ‘la falsità della proposta investigativa e l’illiceità
dell’attività di approfondimento posta in essere'”. “Sento il
dovere, anche a tutela dell’istituzione che rappresento, di
offrire alcune precisazioni – sottolinea Gravina -. Gli
accertamenti compiuti dalla procura di Perugia smascherano così
il complotto ‘con ciò – si legge nell’ordinanza riportata dalla
stampa – determinando un danno per lo stesso'”. Il n.1 della
Figc ricostruisce i fatti “così come verificati dalla
magistratura di Perugia: 1) L’atto
d’impulso dell’indagine su ‘presunte compravendite fittizie
poste in essere da Gravina’ nasce dagli incontri tra il
sostituto procuratore Antonio Laudati e il comandante del gruppo
SOS, Pasquale Striano, con Emanuele Floridi e Angelo Fabiani,
così come si legge nell’ordinanza ‘persone vicine a Claudio
Lotito, il quale aveva avuto ragioni di contrasto con il
presidente della Figc, Gabriele Gravina’. In particolare il
Procuratore di Perugia accerta che ‘la fonte dei documenti è
Floridi, il cui contatto con Striano nasce attraverso Fabiani,
previ contatti di quest’ultimo con Laudati’. 2) L’attribuzione
dell’indagine a ‘elementi informativi provenienti dalla Procura
di Salerno e da quest’ultima acquisiti’ è falsa, ma è diretta a
giustificare un’indagine che – come precisa la Procura di
Perugia – ‘nulla ha a che vedere con le prerogative della
Procura nazionale Antimafia’, e a coprire la vera fonte. 3)
Nella conseguente indagine della procura di Roma il giudice per
le indagini preliminari ha rigettato la richiesta di sequestro
nei miei confronti, ritenendo insussistente l’ipotesi di reato.
    Ciò dimostra la mia estraneità a qualunque condotta illecita,
che comunque mi riservo di dimostrare pienamente in ogni sede,
avendo piena fiducia nell’operato della magistratura. Di più,
dalle indagini dei magistrati di Perugia, si disegnano
chiaramente le trame di un complotto, ordito in complicità tra
esponenti del mondo del calcio e degli apparati dello Stato, e
diretto a produrre false prove contro la mia persona. Di ciò, a
tempo debito, i responsabili renderanno conto nelle sedi
opportune. Ma la gravità di ciò che è accaduto suggerisce a
tutti i contesti istituzionali coinvolti un particolare dovere
di sorveglianza”.
   

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