Israele, la diaspora della squadra che solo Orban vuole

Mentre dalla Palestina rinnovano
l’appello affinché Israele venga espulso dalla Fifa (richiesta
respinta già a luglio) e sottolineano che lunedì scorso, in un
raid aereo degli israeliani sopra Gaza è morto un giocatore
dell’Ahli Gaza (massima serie locale), Mohammed Al Baaz, quarto
giocatore del suo club a rimanere ucciso a causa della guerra,
la nazionale israeliana, costretta a giocare perennemente in
trasferta, si prepara alla sfida di domani con l’Italia.
    Il match si giocherà alla Bozsik Arena di Budapest (la ‘casa’
dell’Honved), quindi in Ungheria, paese che venerdì scorso ha
già ospitato (a Debrecen) il team del ct Ran Ben Shimon in virtù
dell’amicizia che lega il Presidente ungherese Viktor Orban al
leader israeliano Bibi Netanyahu, e anche del fatto che da
quelle parti c’è, con più di 80mila persone, la comunità ebraica
più consistente dell’Europa centrorientale, al di fuori della
Russia. La maggior parte di loro vive a Budapest, e in tanti,
visto che si dovrebbe giocare a porte aperte, vorranno andare
sugli spalti di uno stadio che può contenere fino a 8.200
spettatori.
    Invece a Debrecen le porte sono rimaste chiuse, e si è giocato ‘in casa’ del Belgio perché la capitale Bruxelles e le altre
città di quel paese non se la sono sentita, per motivi di
sicurezza, di far giocare Israele sul loro territorio. L’Italia,
invece, lo farà il prossimo 14 ottobre a Udine, dove però il
Comune ha tenuto a sottolineare di aver negato il patrocinio
alla partita.
    Del fatto di giocare sempre in trasferta ha parlato il ct, Ben
Shimon. “Il pensiero che avremmo potuto avere 30.000 tifosi ad
ogni partita della Nations League, e per l’Italia anche di più,
è molto doloroso – le sue parole – e voglio ringraziare tutti
quelli che sono venuti e verranno a vederci in Ungheria. So che
alcuni sono qui e mi piacerebbe vederli, ma apprezzerò
sicuramente coloro che si siederanno davanti alla televisione a
fare il tifo per noi. Comunque a me manca molto giocare negli
stadi con tutti i tifosi israeliani, mi dispiace che i nostri
sostenitori debbano perdersi delle feste di calcio contro
Belgio, Italia e Francia”. Contro l’Italia che ha vinto in casa
della Francia che partita sarà? “Di Spalletti ho grande rispetto
per tutto ciò che ha fatto con le sue squadre, ma ora preferisco
non parlare degli avversari di domani – risponde -. Sono
consapevole delle complessità dell’impegno, ma fin dall’inizio
del mio incarico mi sono preso la responsabilità di non
lamentarmi di nulla. Io credo molto in questa squadra e in
questa generazione di nuovi giocatori. Ho visto l’Italia e delle
mie idee tattiche non ne parlerò adesso, ma domani dopo la
partita. “L’Italia come Nazionale ha sempre passione ogni volta
che gioca e io sono sempre pronto al 100% per ogni avversario”.
    Ci saranno dei cambiamenti rispetto al match con i belgi? “Certo, ci saranno dei cambi perché abbiamo tanti giocatori
bravi e voglio dare minuti a chi non ha giocato”.
   

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