domenica, 24 Novembre 2024
Il ‘mare’ in una stanza dell’ospedale a Città di Castello
Il “mare” in una stanza
dell’ospedale: i colori delle conchiglie e della sabbia, il
suono delle onde che vanno a sbattere sugli scogli, la magia
della natura, di stelle e cavallucci marini ed altri esseri
viventi per far vivere momenti indimenticabili ai bambini
ricoverati in pediatria: ha preso il all’ospedale di Città di
Castello, la prima esperienza in Italia, con reperti museali
veri, che punta a far vivere e ricreare all’interno delle stanze
di degenza, gli ambienti naturali del mare.
Dopo la firma, questa mattina, della convenzione fra Ausl
Umbria 1 e l’associazione “Malakos”, (che gestisce per conto del
comune, il polo scientifico e museale più grande di Europa,
collezione privata malacologia con oltre 600mila conchiglie
catalogate e tanto altro), per attività ricreativa presso la
Peditaria dell’ospedale, la direttrice e responsabile didattica
del polo scientifico e museale “Malakos”, Debora Nucci e la
educatrice museale e progettista, Beatrice Santucci, insieme ad
altre figure professionali adeguatamente formate e al personale
medico e sanitario del reparto, entreranno, camera per camera,
con il loro trolley azzurro che piano piano rivelerà conchiglie,
stelle marine, wind chimes, strumenti musicali di conchiglie e
sabbie abissali da guardare con la lente di ingrandimento.
Racconteranno delle storie poi i bambini se vorranno potranno
disegnare su dei segnalibri il racconto che hanno amato di più.
Il segnalibro rimarrà a loro con il logo di Malakos come ricordo
di un periodo della loro vita trascorso in ospedale con il
sorriso e tante meraviglie scoperte giocando.
“Ci aspettiamo un percorso denso di emozioni e di
arricchimento personale, andremo in ospedale per regalare
momenti di gioia e raccontare storie di mare e di animali
marini. Sappiamo che sarà un lavoro non sempre facile, ma con
passione e dedizione daremo sempre il massimo, porteremo insomma
il nostro mare in una stanza”, questo il commento della
direttrice di “Malakos”, Debora Nucci che con la sua collega,
Beatrice Santucci non vede l’ora di intraprendere questo nuovo
percorso.
Grazie al contributo della dottoressa Myriam Muracchini,
della clinica veterinaria Lupo Alberto di Vergato in provincia
di Bologna, il museo e l’associazione che lo gestisce hanno
potuto iniziare questa inedita esperienza che avrà per ora –
spiega il Comune di Città di Castello – la durata di un anno e
potrà crescere se ci saranno donazioni da altri cittadini o
aziende.
“Questo progetto, il mare in una stanza, in modo particolare
– ha spiegato Muracchini – mi vede particolarmente favorevole,
perché la stimolazione sensoriale libera la mente e attraverso
la fantasia, può aiutare questi bambini ad evadere, anche se
solo per poche ore, dalle mura dell’ospedale”.
Un progetto che è stato accolto con grande entusiasmo da
tutta la struttura ospedaliera ed in particolare dal reparto di
pediatria che si appresta a fare da “apripista” e metterlo in
pratica con il suo corridoio variopinto e le porte “millecolori”
di ingresso alle camere di degenza dei piccoli pazienti, una di
queste proprio con l’azzurro e i simboli del mare. “Ringrazio la
dottoressa, Debora Nucci, direttrice del museo Malakos e la
dottoressa Myriam Muracchini, finanziatrice del progetto. Sono
certo che i bambini ricoverati in pediatria vivranno momenti
bellissimi, sulle ali della fantasia, nello scoprire le
fantastiche forme delle conchiglie e degli animali sottomarini,
inserite all’interno di una avvincente narrazione di storie e
favole di mare”, ha sottolineato il direttore del dipartimento
materno Infantile aziendale, Guido Pennoni.
“Abbiamo accolto con molto piacere la proposta di
organizzare, presso la pediatria del nostro ospedale, dei
laboratori a favore dei pazienti ricoverati, tramite
l’associazione Malakos. La peculiarità di questo progetto,
secondo me, risiede nel fatto che è rivolto anche a ragazzi un
po’ più grandi, affetti spesso da patologie croniche, che
richiedono un periodo di ospedalizzazione più lungo. Il lavoro
dei volontari dell’associazione Malakos, avrà quindi un duplice
scopo: quello di guidare i pazienti alla scoperta di materiale
antropologico del passato, come le conchiglie e quello di
offrire un momento di svago per allietare le lunghe giornate di
ricovero ai pazienti stessi”, ha aggiunto il coordinatore della
Uoc di pediatria, Alfredo Baldicchi.
“Chi ha avuto la fortuna di viaggiare per il mondo, ovunque
vicino al mare avrà visto bambini raccogliere e giocare con le
conchiglie. Le guardano meravigliati come fossero delle scatole
magiche, dalle quali escono suoni, sabbia, sassolini e, qualche
volta, anche dei piccoli granchiolini che scappano via
infastiditi. Lucide e colorate od irte di spine, le loro forme
accendono subito l’innocente fantasia del bambino ed è quasi
incredibile aver visto bambini europei nel sud della Spagna che
facevano lo stesso gioco dei bambini delle popolazioni aborigene
dell’Australia: costruivano con le conchiglie delle piccole
città immaginarie”, ha raccontato al termine della presentazione
del progetto, Gianluigi Bini, 73 anni, biologo fiorentino
trapiantato da oltre 25 anni a Città di Castello (Aubry, noto
malacologo di fama mondiale gli ha dedicato una specie, “Cinguloterebra binii” per il grande contributo apportato alle
scienze malacologiche) fondatore della più grande collezione
privata di conchiglie da tutto il mondo, oltre 650mila pezzi
catalogati, “Malakos”. Soddisfazione ed orgoglio anche da parte
degli assessori alla Cultura e alle Politiche sociali del comune
di Città di Castello, Michela Botteghi e Benedetta Calagreti.
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