Abatantuono diventa nonno in viaggio con il nipote

“È molto più difficile la commedia,
perché in un film drammatico devi cavalcare il realismo. Sono
comunque due fatiche diverse, ma una cosa è certa: alla fine
scelgo la qualità della sceneggiatura al di là del genere”. Così
Diego Abatantuono, occhiali scuri e sciarpone, parla a Roma del
suo personaggio drammatico di Pietro Rinaldi, scrittore anziano
che vuole solo farla finita, uscire di scena. Ma appunto ne ‘L’ultima settimana di settembre’, questo il titolo del film di
Gianni De Blasi, in sala dal 12 settembre, succede una tragedia
che cambierà tutto: figlia e genero muoiono in un incidente
stradale e a lui toccherà accogliere Mattia (Biagio Venditti),
il nipote sedicenne rimasto orfano.
    Età e brutto carattere non rendono certo facile questa
accoglienza del nipote da parte dello scrittore, noto per la sua
intolleranza e il suo egoismo, che così decide di affidarlo allo
zio benestante e più giovane che vive a Roma. Da qui un viaggio
on the road per la Puglia verso la capitale sulla Citroen Pallas
d’epoca di Rinaldi insieme a nipote e cane. Nonno e nipote, che
si sono fino ad allora ignorati, si ritroveranno a vivere una
forzosa convivenza in cui tutti i loro pregiudizi cominceranno
lentamente a sgretolarsi. E ancora Abatantuono sui ruoli da anziano che ultimamente gli
propongono: “È una cosa divertente, non tutti accettano i ruoli
che corrispondono alla propria età, molti dei miei colleghi li
rifiutano perché non gli va di fare parti che li fanno sentire
vecchi”. Vero protagonista de L’ultima settimana di settembre? “È il destino – dice l’attore sessantanovenne -. È sempre lui a
dare le carte. Io sto per suicidarmi, ma una tragedia più
grande, la morte di mia figlia, cambia le cose”.
    Il film, che arriverà in sala con Medusa in 270 copie, è
tratto dal romanzo omonimo di Lorenzo Licalzi edito da Rizzoli.
   
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Leggi su ansa.it