Oncologi, ‘in Italia 14 mesi per le nuove cure, stop alla burocrazia’

In Italia servono 14 mesi per accedere ai farmaci oncologici innovativi, contro una media di 18 mesi in Europa: “Il nostro Paese è più rapido, ma resta il nodo delle 12 commissioni locali che allungano i tempi”. A sottolinearlo, nella conferenza stampa al congresso della Società europea di oncologia medica (Esmo) che si apre oggi a Barcellona, è il presidente dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) Francesco Perrone. Ed è “cruciale – aggiunge – che l’Italia sia competitiva anche nell’attivazione delle sperimentazioni cliniche, che sono il motore dell’innovazione in oncologia”.
    “I farmaci autorizzati da Ema, l’agenzia regolatoria europea, vengono commercializzati negli Stati membri dopo periodi più o meno lunghi, che possono essere anche molto diversi – spiega Perrone -. Il tempo che trascorre fra il deposito del dossier di autorizzazione e valutazione all’Ema e l’effettiva disponibilità di una nuova terapia nella Regione italiana che per prima rende disponibile il farmaco si aggira intorno a 14 mesi. Tempi che si sono ridotti rispetto a 5-10 anni fa, quando superavano due anni, ma ancora troppo lunghi perché possono penalizzare fortemente i malati oncologici. Per ridurre i tempi di latenza, devono essere aboliti i Prontuari Terapeutici Regionali e va consentita l’immediata disponibilità dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, anche nelle more delle gare regionali”. Per questo, ha concluso, “vogliamo collaborare con l’Agenzia Italiana del Farmaco, per definire nuovi modelli”. 
   

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