domenica, 24 Novembre 2024
Più ricerca e giovani, la roadmap dell’oncologia Ue a guida italiana
Più ricerca, puntare sui giovani, rafforzare la prevenzione e dare sempre più voce ai pazienti. E’ la ‘roadmap’ dell’oncologia europea a guida italiana per i prossimi anni. A indicare obiettivi e priorità è infatti Giuseppe Curigliano, nuovo presidente eletto della Società europea di oncologia clinica (Esmo), il cui congresso si apre oggi a Barcellona.
“Il mio obiettivo – spiega Curigliano all’ANSA – è innanzitutto investire molto per rafforzare la relazione tra la ricerca di base e la ricerca clinica in modo tale che si riesca a capire meglio come funzionano alcuni farmaci, quali sono i meccanismi di tossicità e quindi intervenire anche per personalizzare ancora di più i trattamenti sui nostri pazienti”.
Ed ancora: “Un’altra area di interesse che cercherò di sviluppare è dare voce ai pazienti. Spesso nelle sperimentazioni cliniche vediamo i risultati solo da un punto di vista medico, ma non andiamo mai a vedere cosa pensano i pazienti in merito a quei dati ed ai profili di sicurezza”. Altro obiettivo, prosegue, “è puntare ad un investimento massivo sui giovani oncologi: dobbiamo cercare di garantire una leadership all’oncologia europea investendo sui giovani specialisti e supportandoli nella loro progressione di carriera mettendo a disposizione più fondi per aumentare le borse di ricerca”. E se in futuro avremo sempre più farmaci a disposizione, la vera sfida reta tuttavia quella della prevenzione: “Ritengo che avremo sempre più farmaci che avranno un impatto sostanziale sulla sopravvivenza e sempre di più arriveranno in clinica strumenti per controllare i tumori e per far guarire più pazienti, però – avverte Curigliano – penso che la sfida maggiore sia quella di cominciare a investire molto di più nella prevenzione primaria. Bisogna cioè educare alla salute sin dall’età pediatrica, dai bambini alle elementare, creando percorsi educativi differenziati: alcuni per la popolazione generale, altri per i soggetti ad alto rischio di sviluppare un tumore come obesi e fumatori. Dobbiamo costruire percorsi di screening personalizzati e come Esmo punteremo a rafforzare la prevenzione primaria”. Rispetto all’Italia, poi, il presidente eletto Esmo evidenzia però una grave criticità: “l’Italia rimane l’ultimo Paese europeo nei processi di approvazione delle sperimentazioni cliniche ed è quindi fondamentale creare dei percorsi più veloci nella approvazione dei trial, che fanno risparmiare il Ssn e danno la possibilità ai pazienti di accedere a cure innovative non ancora disponibili. Le istituzioni – avverte – devono fare una serie riflessione, perchè non si può essere sempre il fanalino di coda nella ricerca”. E tante sono appunto le novità, frutto della ricerca internazionale, che saranno presentate al congresso Esmo. “Sono presentati studi che cambiano la pratica clinica in neoplasie in cui non vi erano reali progressi da decenni, come quella della cervice uterina localmente avanzata – spiega – ed è riservato grande spazio all’immunoterapia in diversi tumori, dal melanoma a quelli ginecologici, della mammella e della vescica. Senza dimenticare gli anticorpi farmaco-coniugati che sono altamente selettivi per le cellule tumorali, riducendo al minimo i danni alle cellule sane circostanti e aumentando l’efficacia del trattamento”. È approfondito infine anche il ruolo dell’intelligenza artificiale nella diagnostica molecolare e nelle terapie, “per individuare – conclude – i meccanismi di resistenza alle cure e offrire nuove opzioni”.
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