>>>ANSA/Immunoterapia aumenta sopravvivenza in sempre più tumori

(di Manuela Correra) L’immunoterapia migliora la
sopravvivenza a lungo termine in un numero crescente di tumori,
dal melanoma al cancro al seno difficile da trattare a quello
alla vescica. Lo dimostrano gli studi presentati al congresso
della Società europea di oncologia medica (Esmo). Un passo
avanti importante della ricerca anche se, avvertono gli
oncologi, resta ancora da approfondire il problema della
resistenza che si verifica in alcuni pazienti.
    L’immunoterapia, che agisce consentendo al sistema
immunitario dell’organismo di riconoscere e distruggere le
cellule tumorali, migliora infatti la sopravvivenza globale a
lungo termine nei pazienti con melanoma avanzato, secondo i
risultati di ampi studi internazionali riportati all’Esmo.
    Ulteriori studi mostrano inoltre un miglioramento della
sopravvivenza a lungo termine con l’immunoterapia somministrata
prima e dopo l’intervento chirurgico in donne con carcinoma
mammario in stadio iniziale e difficile da trattare (carcinoma
mammario triplo negativo) e in pazienti con carcinoma della
vescica muscolo-invasivo. “Il messaggio principale di tutti
questi studi è che l’immunoterapia continua a mantenere la sua
promessa con la speranza di sopravvivenza a lungo termine per
molti pazienti con diversi tipi di cancro. L’immunoterapia può
funzionare per molto tempo”, afferma Alessandra
Curioni-Fontecedro, professoressa di Oncologia all’Università di
Friburgo. Guardando al futuro della ricerca con l’immunoterapia,
Curioni-Fontecedro ha tuttavia sottolineato che “abbiamo ancora
alcune domande importanti che non hanno risposta. Il primo è
capire perché i tumori si ripresentano in alcuni pazienti
nonostante la risposta iniziale all’immunoterapia. Ancora non
capiamo come la resistenza all’immunoterapia possa verificarsi
in alcuni pazienti. Dobbiamo capire cosa succede in questi
pazienti, quali sono i meccanismi di resistenza e come possiamo
superarli”. E’ quindi “importante – ha concluso – che i
ricercatori e le aziende farmaceutiche lavorino insieme per
affrontare efficacemente il problema della resistenza
all’immunoterapia”.
    In particolare, uno studio di fase 3 ha evidenziato che in
pazienti con melanoma avanzato, dopo un follow-up di almeno 10
anni, la sopravvivenza globale mediana è stata di circa 6 anni
con l’immunoterapia di combinazione con nivolumab più ipilimumab
(studio CheckMate 067). L’immunoterapia, commenta Marco Donia,
professore di Oncologia al Centro nazionale per la terapia
immunitaria del cancro della Danimarca, “ha trasformato il
melanoma avanzato da qualcosa che in precedenza era una malattia
mortale con una sopravvivenza mediana inferiore a un anno a
quello che vediamo oggi, con la metà dei pazienti che sopravvive
per molti anni”. Donia sostiene inoltre il diritto di questi
pazienti di ‘essere dimenticati’ come malati oncologici dopo
cinque anni di assenza di cancro dalla fine del trattamento, “in
modo che non subiscano discriminazioni ri spetto alla
popolazione generale quando cercano credito finanziario”.
    Un miglioramento della sopravvivenza globale con
l’immunoterapia è stato riportato anche nel carcinoma mammario
triplo negativo in stadio iniziale. I tumori al seno triplo
negativi sono particolarmente difficili da trattare, ma i
risultati hanno mostrato un miglioramento significativo della
sopravvivenza globale con immunoterapia più chemioterapia prima
dell’intervento chirurgico e immunoterapia continua dopo
l’intervento: il tasso di sopravvivenza globale a cinque anni è
stato dell’86,6% nei pazienti sottoposti a immunoterapia e
dell’81,2% nel gruppo placebo. Un miglioramento simile della
sopravvivenza globale con l’immunoterapia prima dell’intervento
chirurgico è stato osservato in uno studio anche su pazienti con
carcinoma della vescica muscolo-invasivo. I pazienti trattati
con immunoterapia (durvalumab) hanno mostrato una sopravvivenza
libera da eventi significativamente più lunga.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Leggi su ansa.it