Attori doppiatori, il doppiaggio è arte e va protetto dall’IA

Il doppiaggio è arte; i doppiatori
sono attori, artisti per definizione; il settore produttivo a
cui i lavoratori del doppiaggio dedicano la propria vita è
quello della cultura. E la difesa di questi temi e di questi
ambiti costringe chi – come Anad Associazione Nazionale Attori
Doppiatori, l’Associazione di categoria in Italia che tutela i
diritti dei lavoratori operanti nel settore del doppiaggio – da
tanti anni se ne fa carico, a un confronto quotidiano, dai
contorni molteplici e sempre nuovi, con quelle che si profilano
come delle minacce incombenti: lo sviluppo incondizionato
dell’Intelligenza Artificiale; gli strumenti di cui ci si avvale
per alimentarne le capacità ed espanderne i campi di
applicazione. Questi sono solo alcuni dei temi affrontati nel
palinsesto della Rome Future Week in un focus al The Space
Cinema Moderno di Roma a cui sono intervenuti il presidente Anad
Daniele Giuliani (voce del personaggio ‘Paura’ in Inside Out 2 e
di ‘Jon Snow’ de Il Trono di Spade) e il consigliere Anad
Alessio Cigliano (anima dello ‘Spock’ interpretato da Zachary
Quinto nella nuova trilogia di Star Trek e dell’attore Michael
Sheen nella serie Good Omens).
    “Il doppiaggio è un lavoro ancora artigianale, anche se si cerca
di farlo diventare industriale e l’Intelligenza Artificiale mal
si coniuga con un lavoro basato sulle emozioni – ha spiegato
Alessio Cigliano – e si può utilizzare l’Intelligenza
Artificiale in tanti campi con successo, ma in quelli artistici
rischia di essere un boomerang, perché se da un lato si riducono
i costi e magari si ottiene una voce stabile e perfetta
(pensiamo ai cartoni animati in cui i personaggi non invecchiano
mai), dall’altro si perde la componente umana, che è la base
della recitazione”.
    In un contesto di questo tipo il futuro del doppiaggio, quindi,
non è proprio semplice”.
    “Un’altra sfida importante per noi doppiatori è proteggersi dai
furti di voce perpetrati da chi ricrea attraverso l’Intelligenza
Artificiale e gli algoritmi sonorità simili a quelle che
ascoltiamo in un film al cinema o guardando la televisione –
continua Alessio Cigliano – e il timbro vocale è un tratto
somatico distintivo, come le impronte digitali; pertanto,
bisognerebbe stimolare una normativa italiana ed europea per
proteggere questo dato peculiare di ogni individuo”.
    Un risultato importante è stato raggiunto lo scorso 17 giugno,
data che segna l’avvio per gli attori doppiatori di un nuovo
strumento a salvaguardia della propria voce: la presenza, nelle
cessioni diritti prodotte da tutte le Major che hanno
collaborato con Anad al raggiungimento di questo risultato, di
una clausola che tuteli i lavoratori dall’utilizzo incontrollato
e non concordato delle loro voci, finalizzato ad alimentare
l’uso dell’IA. Si tratta di un traguardo importantissimo, frutto
di un processo di lavoro sinergico, lungo e complesso, che ha
permesso di rendere concreta la collaborazione con le maggiori
Major (come Sony, Warner / Discovery, Universal, Disney / Fox,
Amazon, Netflix, Apple, Mediaset, Paramount, Sky, Lucky Red) per
l’inserimento di clausole contrattuali specifiche nelle
rispettive cessioni diritti.
    E guardando ancora al futuro, è intervenuto il presidente
Giuliani dice: “Il nostro compito è la tutela di una professione
che si trova in una fase di enorme espansione a livello globale,
e che per un puro motivo legato ai trend del momento, in Italia
sembra a volte venga calpestata”.
   

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