Per Hjorth, i giudici affermano che è impossibile identificare la partecipazione nell’omicidio del carabiniere

La Corte d’Assise di Appello di Roma ha stabilito che non ci sono prove sufficienti per accusare Natale Hjorth di omicidio volontario, nemmeno secondo il principio del dolo eventuale, nel caso dell’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, avvenuto nel 2019. Dopo una revisione della Cassazione, le pene per Hjorth e l’altro coinvolto, Elder Finnegan Lee, sono state ridotte a 11 anni e quattro mesi, e 15 anni e due mesi, rispettivamente. Secondo i giudici, non esistono prove di un’intenzione dolosa di Hjorth, e Lee non era consapevole che le vittime fossero carabinieri, motivo per cui l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale è stata annullata.

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