sabato, 23 Novembre 2024
Will Ferrell, ‘In viaggio con Harper in America’
(di Lucia Magi) Will Ferrell si è occupato per
decenni di far ridere, in film come ‘Zoolander’, ‘Elf’ o ‘Anchorman – La leggenda di Ron Burgundy’ e nei suoi sette anni
al Saturday Night Live. Nel nuovo documentario Will & Harper,
disponibile su Netflix, il gigante della commedia mostra invece
il suo lato sensibile ed empatico, strappando più di una
lacrima.
Il film diretto da Josh Greenbaum segue Ferrell e la sua
grande amica Harper Steele in un viaggio di 17 giorni da New
York a Los Angeles, a bordo di una sgangherata station wagon. I
due sono come fratelli dal 1995, quando il primo entra nel cast
del programma serale più famoso d’America, dove Steele guida la
squadra di autori. Un legame che si cimenta su battute e numeri
comici e rimane forte nei decenni.
Nel 2022, Steele manda un’e-mail ad amici e parenti con una
notizia: dopo una vita di disforia di genere, ha cominciato una
transizione per diventare donna. “Ha sempre avuto il mio
sostegno, ma avevo mille domande: temevo di poter dire o fare
inavvertitamente qualcosa di offensivo”, dice Ferrell in
conferenza stampa, spiegando da dove nasce l’idea del ‘coast to
coast’ diventato il documentario: “Se conosci Harper, sai che
ama viaggiare in macchina attraverso il paese. Da sempre, si
sente a suo agio nei bar di fuori mano, nelle aree di sosta in
mezzo al nulla, nei campi sportivi del Midwest. Lì trova
conforto e ispirazione, osservando e chiacchierando con gli
sconosciuti. Dopo la transizione, temeva di non sentirsi più la
benvenuta o al sicuro in quei posti che un tempo la rendevano
felice”. Così Ferrell, che vive a Los Angeles, fa la valigia,
atterra dall’altra parte del paese e si propone come “cuscinetto” per l’amica, nella sua prima esplorazione
dell’America profonda attraverso gli occhi e il corpo di una
donna trans di 61 anni.
I due partono verso ovest e incontrano vecchi amici e
collaboratori (Seth Meyers e Tina Fey allo Studio 8H da dove va
in onda il SNL, o Kristen Wiig che scrive il tema musicale del
documentario), ma soprattutto una sfilza di uomini, donne
sconosciuti di ogni età e condizione. Alla fine, Ferrell non fa
molte domande (esilarante la sua indagine su come sia, passati i
60, risvegliarsi in ospedale con il seno), e dà piuttosto una
lezione di ascolto e di giudizio sospeso, di comprensione e
amicizia in purezza. Riconosciuto dai fan, ripete ovunque “Questa è la mia amica Harper”, in una presentazione che suona
banale, ma è un riconoscimento, un abbraccio costante. “Penso
che si tratti di ascoltare e di non cercare di essere perfetti”,
confida il comico. Anche lui “inciampa” (sceglie questo termine
invece di “sbagliare”) e piange chiedendo scusa all’amica per
non averla protetta dagli avventori di una steak house in Texas
che la fotografavano come un’attrazione da circo per postare sui
social frasi d’odio tipo: “Qui non siamo a Hollywood, non
vogliamo scherzi della natura”.
“Alcuni posti non sono ancora sicuri per le persone trans –
considera Ferrell -. C’è molto odio là fuori, ne ho preso
coscienza solo con Harper. Ma per la maggior parte, abbiamo
incontrato persone adorabili che sono state fantastiche con lei,
della serie: ‘Riconosco chi sei e per me va bene. Torna quando
vuoi’. Credo sia lì la speranza per il nostro paese. In tutte
quelle persone che sanno che quello che ci unisce è assai di più
di quello che ci rende diversi”. Ecco che allora, questo
documentario che usa il linguaggio del road movie e il registro
della commedia, diventa anche una dichiarazione politica, come
riassume Steele nella stessa conferenza stampa: “Dite a chi ha
un amico o un figlio transgender che il primo passo per
accoglierlo è votare per chi lo tutela”.
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