Le indicazioni dell’Iss al ministero: ‘Il farmaco per il virus sinciziale non sia a tappeto’

La somministrazione ‘a tappeto’, ovvero a tutti i nuovi nati, dell’anticorpo monoclonale Nirsevimab-Beyfortus contro le infezioni respiratori da virus sinciziale potrebbe non essere opportuna e comportare anche dei potenziali rischi. E’ quanto si afferma in una nota dell’Istituto superiore di sanità indirizzata al ministero della Salute e anticipata da ‘Il fatto quotidiano’.
    “Sebbene il farmaco – si legge nella nota che l’ANSA ha potuto visionare – possa rappresentare un utile strumento preventivo in soggetti affetti da patologie concomitanti o con fattori di rischio, occorrerebbe valutare con attenzione se il basso livello di rischio dei bambini sani giustifichi adeguatamente il ricorso “a tappeto” ad un trattamento che, per quanto sulla base degli studi clinici appaia sufficientemente sicuro, non può essere ovviamente considerato del tutto privo di rischi”. Entrando quindi nel merito dei dati derivanti dagli studi registrativi, “nella popolazione arruolata (composta in grande prevalenza da bambini sani) – si spiega nel documento Iss – il farmaco ha mostrato un modesto effetto in termini di riduzione del rischio di ospedalizzazione o ricorso all’assistenza medica. È importante tuttavia osservare che anche nella popolazione di controllo (trattata con placebo) il numero di infezioni che hanno richiesto assistenza medica oppure ospedalizzazione è risultato piuttosto basso”.
La nota fa anche riferimento alla classificazione del farmaco in classe di non rimborsabilità: “pur facendo presente che tale decisione spetta all’Aifa, si chiarisce che è stata la stessa azienda farmaceutica a chiedere la classificazione in fascia C”, ovvero a carico del cittadino. La nota, firmata dal presidente dell’Iss Rocco Bellantone, fa rifermento ad una interpellanza sul tema presentata dall’onorevole Gilda Sportiello (M5S). 

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