mercoledì, 23 Aprile 2025
>ANSA-FOCUS/Vaccino rassicura, cala depressione da pandemia

(ANSA) – ROMA, 02 OTT – Le vaccinazioni anti-Covid
riaccendono la speranza di tornare a una vita normale e ci sono
i primi segnali di rallentamento del disagio psichico causato
dalla pandemia. In occasione della Giornata Mondiale della
Salute Mentale del 10 ottobre, promossa dall’OMS e dedicata alle
disuguaglianze, la Società Italiana di Psichiatria (SIP)
sottolinea l’impatto delle disparità generate dall’epidemia
sulla salute mentale ma evidenzia al contempo l’effetto
psicologico positivo dell’immunizzazione.
“La pandemia di Covid-19 ha comportato fin da subito un
inasprimento delle disparità già esistenti, con maggiore
incidenza ed esiti della malattia nelle fasce più deboli –
dichiarano Massimo di Giannantonio ed Enrico Zanalda,
copresidenti della Sip -. Le diseguaglianze generate dalle
conseguenze del lockdown hanno avuto riflessi anche sulla salute
mentale, aumentando il disagio psichico soprattutto tra le fasce
più fragili della popolazione, con minor accesso alle cure e ai
servizi di cui tuttora si avvertono i contraccolpi”. Tuttavia
iniziano a intravedersi nella salute psichica della popolazione
generale alcuni cambiamenti successivi alla vaccinazione
anti-Covid. “Stiamo sperimentando i primi segnali di una
riduzione di un certo grado di ansia e depressione da pandemia –
spiegano gli esperti -. La popolazione inizia a sentirsi più
fiduciosa nei confronti del futuro e sicura di uscire dai
catastrofici effetti del Coronavirus, specie ora che sono
disponibili i vaccini anti-Covid che fanno sperare di
allontanarci dal rischio di un nuovo ‘ottobre rosso’ di nuovi
isolamenti”.
I numeri della salute mentale nel mondo sono impressionanti:
quasi un miliardo di persone vive con un disturbo mentale nei
paesi poveri, oltre il 75% delle persone non riceve alcuna
assistenza. Ogni anno oltre un milione di persone muore per
abuso di sostanze e in concomitanza con il Covid un giovane di
18-24 anni su 4 (25%) ha dichiarato di aver aumentato l’uso di
sostanze per far fronte allo stress covid-correlato. Ogni 40
secondi una persona si toglie la vita e nel 2020 i suicidi sono
aumentati, basti pensare che in Giappone da giugno a ottobre
2020 sono cresciuti del 16% rispetto allo stesso periodo del
2019. Circa la metà dei disturbi di salute mentale inizia a 14
anni.
L’accesso ai servizi dedicati alla salute mentale è tuttavia
segnato dalle diseguaglianze, e l’85% delle persone con disturbi
mentali nei Paesi a basso e medio reddito è impossibilitato a
usufruire di una assistenza dedicata. Ma anche nei Paesi ricchi
le cose non vanno meglio, Italia compresa, sottolineano gli
psichiatri, e la pandemia ha complicato per molti aspetti questa
situazione. Le persone più fragili che avevano già disagio
psichico, con il Covid hanno avuto maggiori difficoltà di
accesso ai servizi sanitari (il 24% in più rispetto alla
popolazione generale), una probabilità del 33% superiore di
subire interruzioni terapeutiche e maggiori problemi di lavoro
con un rischio di perderlo superiore del 12%. Questi i dati di
un recente studio su The British Journal of Psychiatry, che
sottolinea come la pandemia abbia impattato notevolmente su
salute e qualità di vita dei più fragili con disagio psichico,
inasprendo le disuguaglianze.
“La pandemia rischia di fare da apripista a una crisi globale
della salute mentale che investirà anche le generazioni future
con ricadute a lungo termine – affermano di Giannantonio e
Zanalda -. Per questo è importante intercettare e cavalcare i
segnali di speranza che arrivano dalla possibilità di uscire
dall’incubo Covid attraverso i vaccini”. Lo conferma uno studio
di recente pubblicato sulla rivista Plos One, condotto
dall’Università della California Meridionale, che mostra che
coloro che hanno ricevuto almeno una dose di vaccino si dicono
più ottimisti nei confronti del futuro, con conseguente
diminuzione dell’ansia e della depressione percepita. (ANSA).