domenica, 24 Novembre 2024
In Italia 16 milioni con disagio mentale, in cima i giovani
Sono oltre 16 milioni i cittadini
italiani a lamentare un disagio mentale medio-grave. Una
crescita del 6% rispetto al 2022, con in testa ansia e
depressione, che ha colpito soprattutto donne e giovani. Sono i
dati che emergono dall’analisi di Unicusano sulle difficoltà
psicologiche più comuni nel nostro Paese, in vista della
Giornata mondiale della salute mentale del 10 ottobre.
Ansia e depressione, spinti dalla pandemia da Covid-19, sono
cresciuti rispettivamente del 26 e del 28%, mentre sono sbalzi
d’umore (60%), insonnia (59%), sintomi depressivi (58,9%) crisi
di panico (38%) le sensazioni più diffuse tra chi destina tra 31
e 100 euro al mese all’acquisto di psicofarmaci psicoattivi: nel
2023 il 19,8% degli italiani ha assunto farmaci come ansiolitici
(85,1%), antidepressivi (51,2%), stabilizzatori dell’umore
(40,5%) e antipsicotici (21,4%), soprattutto donne over 65
(21,7% rispetto al 17,8% di uomini).
La principale fonte del disagio sembra essere il lavoro, con il
76% dei lavoratori che ha manifestato almeno almeno una volta
sintomi come stanchezza, disturbi del sonno, stress,
disinteresse o ansia.
Sono i giovani a soffrire di più: oltre 700mila in Italia, 11,2
milioni in Europa, fra cui si sono registrati 931 casi di
suicidio. Nel mondo il 39% dei ragazzi tra i 18 e i 24 anni
presenta forme serie o estremamente serie di ansia, stress o
depressione.
Oltre il 44% di chi manifesta stress grave o molto grave decide
di autogestire i disturbi, con il 33% che non richiede consulto
medico. A causa del divario tra necessità e disponibilità di
cure, solo un terzo di chi soffre di disturbi riceve un
trattamento adeguato.
Nonostante il bonus psicologo nato con il governo Draghi, spiega
Unicusano, “il taglio dai 25 milioni di euro stanziati nel 2022
ai 10 milioni del 2024 non ha fatto che aumentare il gap di
trattamento”. Su 130mila psicologi solo il 5% lavora in
strutture pubbliche, con 16mila richieste di bonus psicologo
accolte su 400mila inoltrate. “Può essere un punto di partenza
se potenziato, ma non la soluzione”, concludono. “Il supporto
psicologico dovrebbe partire dalle basi, lavorando su una
triangolazione che preveda la compresenza di: psicologo di base,
psicologo scolastico, bonus”.
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