venerdì, 1 Novembre 2024
Spazio ai documentari con ‘Meet the Docs! Film Fest’
(ANSA) – FORLI, 04 OTT – Il cinema del reale al suo meglio: è ‘Meet the Docs! Film Fest’, festival dedicato al cinema
documentario che, dopo un’anteprima il 13 ottobre, si svolgerà a
Forlì, nel teatro tenda Ex Atr a ingresso gratuito, dal 14 al 17
ottobre, con proiezioni, confronti, workshop, masterclass “ma
anche DjSet, luoghi recuperati e buon vino”. Quattro giorni
declinati su temi specifici ma uniti da un unico filo
conduttore: le ‘storie di un altro mondo’. È questo il titolo
della quinta edizione e sono queste le storie che popoleranno
gli schermi, i dialoghi e le parole del festival. Storie che
vengono da un mondo in cui il Covid non c’era e da un mondo
definitivamente cambiato dalla pandemia, “in un viaggio che
muove dal passato recente, attraversa la contemporaneità e
interroga il futuro prossimo, chiedendosi come si narra qualcosa
che non esiste più o che non esiste ancora o che si trasforma”. Il festival presenta collaborazioni di rilievo, a partire da
Internazionale, di cui viene ospitata una tappa di Mondovisioni
(con ‘Writing with Fire’, di Rintu Thomas e Sushmit Ghosh,
documentario che racconta la storia di Dalit, l’unica testata
giornalistica dell’India gestita da donne, esempio di
emancipazione femminile), passando per FilmTv, settimanale di
cinema il cui direttore, Giulio Sangiorgio, introdurrà le
proiezioni serali della rassegna e terrà un workshop dedicato al
racconto di un festival, e arrivando alla Cineteca di Bologna,
con una retrospettiva dedicata a Vittorio De Seta. Ogni giornata
sarà articolata in un tema principale portante: l’attualità e la
conflittualità sociale, il Covid e la pandemia, le narrazioni
tossiche e le necessarie rinarrazioni, le questioni di genere.
In programma anche un focus sull’accessibilità culturale, con un
panel in cui si discuterà di cinema inclusivo: la nuova legge
Cinema richiede ai produttori di realizzare audiodescrizione e
sottotitolaggio per non udenti di tutti i film, “ma questo
patrimonio non viene ancora valorizzato per costruire una
cultura realmente accessibile”. (ANSA).