sabato, 23 Novembre 2024
Febbre Oropouche, timori per trasmissione per via sessuale
La febbre Oropouche, l’infezione
tropicale diffusa in Sud America e che quest’anno ha fatto
registrare i primi casi in Italia, potrebbe trasmettersi anche
per via sessuale e non solo tramite la puntura di zanzare e
moscerini infetti. È quanto suggerisce la scoperta del
dipartimento di Malattie Infettive, Tropicali e Microbiologia
dell’Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, che ha isolato –
per la prima volta al mondo – il virus Oropouche nel liquido
seminale di un viaggiatore italiano di ritorno da Cuba, al quale
era stata diagnosticata l’infezione.
“Sino a oggi sapevamo che questa infezione si trasmette da
uomo a uomo soltanto in maniera indiretta, cioè attraverso la
puntura di un insetto. La possibilità indicata dal nostro studio
che l’infezione possa essere trasmessa tramite rapporti sessuali
è un campanello d’allarme da non sottovalutare”, commenta
Federico Giovanni Gobbi, direttore del Dipartimento di Malattie
Infettive, Tropicali e Microbiologia dell’Irccs di Negrar e tra
gli autori della pubblicazione. In realtà, precisa Gobbi, a oggi “non sono stati ancora descritti casi di trasmissione diretta
interumana dell’infezione e il livello di rischio è molto basso
per l’Italia, dove sono stati registrati 5 casi tutti importati.
Tuttavia, i cambiamenti climatici e l’aumento degli spostamenti
delle persone rendono necessari ulteriori studi”.
Dall’inizio dell’anno ai primi di settembre sono stati circa
10 mila i casi di febbre Oropouche nel mondo; il Brasile è il
Paese più colpito. Due i decessi.
‘È imperativo conoscere meglio questo virus sino ad oggi poco
studiato”, dice Concetta Castilletti, responsabile dell’Unità di
Virologia e Patogeni Emergenti dell’Irccs di Negrar e co-autrice
della pubblicazione. “Per questo motivo, dopo aver isolato il
virus lo abbiamo messo subito a disposizione, in un’ottica di
condivisione e collaborazione, di alcuni dei più importanti
laboratori italiani ed esteri, tra cui l’Istituto Superiore di
Sanità, l’Istituto Spallanzani di Roma, l’Istituto di Medicina
Tropicale di Anversa, il Netherlands Centre for Infectious
Disease Control, il Charité Universitätsmedizin di Berlino”,
conclude.
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