Ha ideato il’vaporetto rosa’,bene abbassare età screening tumori

La mozione ‘bipartisan’ per
l’estensione e l’implementazione delle misure di prevenzione
contro il tumore al seno, presentata oggi a Palazzo Madama su
iniziativa delle senatrici di IV Raffaella Paita e Daniela
Sbrollini, alla presenza del ministro della Salute Orazio
Schillaci, è salutata con grande favore anche da molte
associazioni e dai tanti volontari che si battono da sempre per
prevenire questa patologia e per ridurre l’età dello screening.
    Tra questi, c’è l’imprenditrice veneziana Rachele Sacco, nota
per essere l’ideatrice del ‘Vaporetto rosa’, un’iniziativa ormai
nota in laguna alla quale è seguita anche quella del ‘Bus rosa’.
    “Anni fa, esattamente nel 2018 – racconta questa giovane donna
che ha appena compiuto i 40 anni e che si impegna come
volontaria per la Lilt – ho avuto l’idea di trasformare un
vaporetto in una sorta di presidio medico per informare e
visitare le donne che magari, anche solo per paura, non si
presentano nelle strutture ospedaliere per farsi controllare. E
la società dei vaporetti lo ha gentilmente concesso”. Da allora
quella del ‘Vaporetto rosa’ è diventata una realtà importante.
    Ogni lunedì di ottobre, che è il mese mondiale per la
prevenzione del tumore al seno, a bordo del Vaporetto Rosa, i
dottori della Breast Unit dell’Ospedale dell’Angelo effettuano
visite senologiche gratuite. E stessa cosa, via terra, lo si fa
a bordo del ‘Bus rosa’, una sorta di ‘caramella gigante’ che si
sposta per le principali città del Veneto sempre per invogliare
le donne a non trascurarsi perché “la prevenzione – sottolinea
Rachele Sacco – ti salva la vita”. E anche per questo autobus,
che concluderà la ‘campagna di prevenzione’ il 30 ottobre a
Treviso, l’imprenditrice racconta di essere riuscita a farsene
dare uno da una società di cui conosceva il proprietario e di
averlo trasformato per diventare anche quello “un modo sicuro
per aiutare le donne” attraverso “la sanità pubblica”. “Perché –
osserva – se ci si rivolge prima alla sanità privata e poi ci si
scopre malate, si deve ricominciare lo screening tutto da capo
nel pubblico”. “Quindi tanto vale rivolgersi subito al pubblico
– è il suo appello – perché i mezzi ci sono”. Il ministro
Schillaci infatti nel suo intervento al Senato ha spiegato come
le ‘Brest Unit’, le equipe formate da senologi, oncologi,
psicologi e altri specialisti, “sono considerate in Europa un
esempio da seguire”. Tra le varie iniziative che porta avanti
Rachele Sacco insieme a Ermelinda Damiano, la Presidente del
Consiglio Comunale di Venezia con la quale ormai è diventata
amica, c’è anche quella della ‘Voga in Canal Grande’ alla quale
partecipano “tutte le donne che sono state operate” e che ora
risultano guarite. “In Veneto l’età dello screening è già stata
abbassata a 45 anni – racconta Rachele Sacco – e spero che
questo possa avvenire in ogni Regione”.
   

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