Finita era ten Hag, c’è anche Allegri per il futuro dello United

 A sancire definitivamente la fine dell’era di Erik ten Hag all’Old Trafford è stato un rigore, a tempo scaduto, di Jarrod Bowen, che ha decretato la quarta sconfitta dopo nove giornate di Premier League; ma erano ormai settimane, se non mesi, che la posizione dell’ormai ex manager del Manchester United risultava sotto esame, se non proprio in bilico.

Già la scorsa estate il suo esonero da parte della nuova proprietà, capitanata dal milionario inglese Sir Jim Ratcliffe, appariva inevitabile durante un lungo e complicato processo di scouting per trovare il giusto sostituto.

Poi, l’inattesa vittoria in Coppa d’Inghilterra contro i cugini del City, e soprattutto l’assenza di un’alternativa di livello, aveva fatto cambiare idea e strategie alla società, nonostante la delusione per una stagione apatica (ottavo posto in Premier League).

Nella speranza, forse, che la terza annata dell’olandese all’Old Trafford, preceduta dall’estensione del suo contratto fino alla fine del 2026, potesse innescare una reazione positiva dentro lo spogliatoio. Ma l’attuale stagione è cominciata persino peggio di come era terminata la passata: due battute d’arresto nelle prime tre giornate, altrettante nell’ultimo mese, accompagnate da tre pareggi in altrettanti incontri di Europa League. Solo nella stagione 2019-20 lo United aveva conquistato meno punti in campionato; e solo Crystal Palace e Southampton (sei gol) hanno segnato meno reti a questo punto dell’anno.

Risultati inadeguati per le rinnovate ambizioni di un club che resta pur sempre il più titolato d’Inghilterra. E che – sotto la guida di ten Hag – è tornato a spendere, e non poco: oltre 750 milioni di euro investiti nelle ultime sessioni di mercato. E dire che era stato proprio ten Hag, nella sua prima stagione inglese dopo il passaggio dall’Ajax, ad interrompere il digiuno di successi dei Red Devils lungo sei anni, con la conquista della Coppa di Lega, battendo nella finale 2023 il Newcastle.

Il terzo posto finale in Premier aveva anche riportato lo United nel salotto nobile del calcio europeo. L’anno scorso, però, ogni attesa è andata delusa: campionato da metà classifica ed eliminazione dalla Champions alla fase a gironi. Fino al guizzo in Fa Cup che ha salvato la panchina dell’olandese. Toccherà ora ad un altro olandese, l’ex centravanti Ruud van Nistelrooy (95 gol in 150 presenze coi Red Devils) guidare la squadra in attesa della nomina del prossimo allenatore.

Ma non è detto, a fronte di risultati subito positivi, che l’attuale incarico ad interim non si tramuti in permanente. Per il momento, comunque, appare vasto e indecifrabile il ventaglio di nomi dei candidati: dall’attuale tecnico dello Sporting Lisbona Ruben Amorin (che piace anche al City per l’eventuale post-Guardiola) all’ex ct inglese Gareth Southgate, dal danese Thomas Frank (manager del Brentford) all’ex Barcellona Xavi. Ma non mancano neppure la suggestione Zinedine Zidane, corteggiato anche in passato, e anche il nome di Massimiliano Allegri. Una decisione che non è attesa a breve: mercoledì, in Coppa di Lega contro il Leicester, ci sarà van Nistelrooy. 

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